Lik - Mass Funeral Evocation (reissue)

Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:33 min.
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. SERUM 141
  2. LE MORTE HOMME
  3. GHOUL
  4. DEATH ORGASMIC
  5. SICKENING
  6. ENDLESS OCEANS OF BLOOD
  7. BEHOLD THE BEHEADED
  8. NECROMANCER
  9. SKIN NECROSIS
  10. TRAIL OV ENTRAILS

Line up

  • Christofer Barkensjö: drums, vocals
  • Niklas Sandin: guitars, bass
  • Tomas Åkvik: vocals, guitars

Voto medio utenti

Dopo aver dato alle stampe lo scorso anno il loro secondo album "Carnage" per Metal Blade, gli svedesi Lik approfittano della collaborazione con la potente etichetta per ristampare il loro disco d'esordio "Mass Funeral Evocation" che uscì originariamente nel 2015 per la War Anthem Records. Che la band idolatrasse in maniera piuttosto sfacciata ed aperta i Dismember di "Like An Everflowing Stream" non è certo un mistero, e personalmente non rappresenterebbe nemmeno un problema, a patto che la band provasse ad esprimere una propria visione musicale a partire dalle proprie influenze, o fosse in grado di comporre brani di grandissimo impatto che viaggiano su strade già ampiamente battute da altri. Nel caso dei Lik, siamo dinnanzi al caso esemplare dei rischi cui si va incontro quando di decide di riproporre in modo pedissequo un sound già trito e ritrito: all'inizio il cuore si scalda nel sentire il tipo sound a motosega delle chitarre e qualche richiamo ai Dismember, che in taluni casi diventa quasi plagio, e non serve un genio per accostare "Override Of The Overture" all'opener "Serum 141", così come anche i richiami maideniani nelle parti soliste. Ma quando l'ascolto diventa più razionale e meno emotivo, diventa piuttosto chiaro come i Lik non riescano assolutamente nell'arduo compito di risultare interessanti, e molto probabilmente nemmeno si pongono il problema. Va certamente riconosciuto loro un amore profondo ed autentico per il death metal anni 90 di matrice svedese, ma al di là di questo "Mass Funeral Evocation" non rappresenta un'uscita per cui valga la pena investire dei soldi. La scena è fin troppo piena di band clone e "tributi" a questo genere di sound, i Lik non fanno altro che rimpolparne le fila.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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