Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:37 min.
Etichetta:Pulverised records

Tracklist

  1. HE WAS MURDERED 03:56
  2. 2. DISMANTLING 03:40
  3. 3. YOUR LIFE IS MINE 03:12
  4. 4. MADE OF GODSICK 03:22
  5. 5. THROUGH THE EMPIRE 03:23
  6. 6. STAB 05:15
  7. 7. DRIFTING 02:55
  8. 8. THOUSAND DEAD FACES 04:04
  9. 9. BRING THEM 04:16
  10. 10. SOLITUDE DISCORD

Line up

  • Jörgen Ström: Vocals
  • Håkan Stuvemark: Guitars
  • Stefan Westerberg: Bass
  • Matte Modin: Drums

Voto medio utenti

E’ opinione non comune e alcuni di voi la troveranno altresì assurda, che alcuni dischi più di altri si prestano maggiormente ad essere descritti utilizzando una terminologia, diciamo, “culinaria”. Prendiamo gli svedesi Skineater. La ricetta di questo loro debutto “Dermal Harvest”, edito dalla Pulverised records, risulterebbe pressappoco così:

Mescolate in parti uguali Entombed, Carnage e Dismember e lasciate poi riposare. A parte mescolate una buona dose di death metal floridiano, con un pizzico di Cannibal Corpse, Deicide e una buona aggiunta di brutal death q.b.. Quindi, unire i due impasti mescolando ben bene, aggiungendo corpose dosi di melodia svedese vecchia scuola di In Flames, e Dark Tranquillity.

Nati verso la fine del 2008 dalle menti di alcuni veterani della scena estrema svedese, ex membri di formazioni come In Thy Dreams, Wombbath e Carnal Forge. Dopo alcuni anni impiegati nel mettere a punto la formazione e il risultato è questo “Dermal Harvest”, una vera e propria scarica di pugni sullo stomaco. Moderno Swedish Death Metal nella sua forma più completa, che, partendo da una base più “ortodossa” vecchio stile, si dirama verso i lidi più melodici della scena di Gothenburg (primi In Flames e Dark Tranquillity in testa) senza tralasciare passaggi dove le influenze si muovono oltreoceano, con violente e improvvise sterzate verso la brutalità e la velocità di Cannibal Corpse e Deicide. Non un capolavoro e certamente neanche un disco epocale, ma indubbiamente un buon album, in cui le migliori sfaccettature di un genere vario come il death metal vengono mescolate in questi 10 brani.

Come per tantissimi altri dischi, il discorso è sempre lo stesso: sostanzialmente gli Skineater non apportano alcun valore aggiunto ad una scena pressoché satura. “Dermal Harvest” è un lavoro preciso, violento, prodotto talmente bene e composto da brani talmente accattivanti da risultare a volte persino ruffiano e costruito e, a conti fatti, anche se risulta essere interessante, potrebbe dopo 4 o 5 ascolti rischiare di essere riposto nello scaffale a tempo indefinito.

Consiglio un ascolto preventivo prima dell’acquisto. Chissà, potrebbe anche fare la felicità di tutti gli amanti del frangente più moderno e melodico dello swedish death.
Recensione a cura di Simone Carta

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