Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:38 min.
Etichetta:Hells Headbangers Records

Tracklist

  1. FROM TORTURED REMAINS
  2. WE OF SCORN
  3. TREPANNING SANITY
  4. TETRARCHY PACT
  5. LEGION OF THE SCORPION
  6. LUMINOUS TRANSGRESSION
  7. SERPENTSPAWN UPHEAVAL
  8. A STONE AWOKE THE TITANS
  9. REMONSTRATING THE PRESERVER
  10. FOREVER

Line up

  • Ed Stephens: bass
  • Kyle Severn: drums
  • Matt Sorg: guitars
  • Brian Boston: keyboards
  • Ash Thomas: vocals, guitars

Voto medio utenti

Secondo lavoro, sempre su Hells Headbangers, per gli statunitensi Shed the Skin gruppo che già si era fatto conoscere tramite l’interessante debut “Harrowing faith” del 2016 con un death metal di vecchia scuola con riferimenti che spaziavano dai Death alle melodie dei Dissection.

Siccome squadra che vince non si cambia , alla batteria troviamo ancora Kyle Severn (Incantation ed ex Acheron), i due Ringworm Ed Stephens e Matt Sorg (basso e chitarra) e alla seconda chitarra e dietro il microfono Ash Thomas (già nei Faithxtractor, Vladimir ed ex Acheron), una line-up decisamente navigata che sa esattamente come muoversi sia in fase di songwrinting, sia in uno studio di registrazione.

“We of scorn” si muove nelle stesse coordinate del predecessore, un mix che cerca di coniugare death metal old school a sonorità più moderne e melanconiche a cui si aggiungono aperture thrasheggianti. La prima parte del disco è introdotta dagli arpeggi dell’opener “From tortured realms” che poi sfociano in una progressione di soldi riff ripieni di groove, canzone questa davvero ben costruita ed a cui non manca davvero nulla.

La traccia successiva, la titletrack del disco, è un solido mid-tempo dal ritmo incessante che ricorda episodi della seconda generazione del death metal svedese in cui è la batteria di Kyle Severn a farla da padrone. Anche la successiva “Trepannig sanity” gioca su queste alternanze, mentre con la quarta canzone “Tetrachy part” i ritmi si abbassano: un riff sofferto accompagnato da un drumming cadenzato ed oppressivo ha qualcosa che mi ha ricordato gli equivalenti pezzi degli Hypocrisy.

Il tiro si rialza con “Legion of the scorpion”, brano compatto che invece si rifà , rafforzato dal growl di Ash Thomas, chiaramente agli Immolation: anche qui nulla da dire, costruzione ed esecuzione come da manuale.
La seconda parte del cd che inizia con “Luminous transgression” mantiene ancora alto il livello di “We of scorn”, “Serpentspawn upheaval” – similmente alla titletrack – si basa su eccellente e variegato drumming, peccato che le successive due canzoni siano leggermente ripetitive, riproponendo quello che abbiamo già sentito nella prima parte dell’album. Niente di drammatico si intende, ma è giusto segnalarlo.

Con “Forever” si chiude “We of scorn” - qui il cantato da growl passa decisamente allo screaming – pezzo serratissimo in cui sono presenti ancora le influenze scandinave ma a cui manca qualcosa della freschezza dei pezzi sentiti all’inizio del cd.

Ascolto raccomandato a tutti gli amanti del death metal melodico.

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