Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:54 min.
Etichetta:Albert
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. VOICES
  2. INDIVIDUO
  3. LA ULTIMA HORA
  4. A MATTER OF TIME
  5. WORLDS'S ON FIRE
  6. THE RIVER
  7. THE ONLY ONES
  8. RESURRECTION
  9. NUMB
  10. CALLING OUT
  11. EYES THAT SEE '04
  12. ORACION FINAL
  13. BREAKING THE SILENCE (ACOUSTIC)

Line up

  • Paul Isola: vocals, samples, percussion
  • Danny Felice: guitars
  • Pedro Caparros: guitars
  • Stuart Cavilla: bass
  • Pete Chichon: drums

Voto medio utenti

Londra è una città multietnica per eccellenza, e chissà, forse è proprio per questa sua caratteristica che i Breed 77, partiti dalla natia Gibilterra, vi hanno poi trovato "rifugio". Si tratta, infatti, del luogo ideale per la loro proposta musicale, composizioni dove questi cinque musicisti fanno confluire influenze e culture diverse. Il loro secondo album intitolato "Cultura" (...un semplice caso?) era già uscito l'anno scorso, ma oggi la Frontiers gli può garantire una maggiore distribuzione ed esposizione mediatica. Meritatamente direi.
Ascoltando le tredici canzoni incluse si può fantasticare su un mix di System of a Down, Alice in Chains, Pearl Jam, Machine Head, Therapy? e Led Zeppelin, arricchito poi da spunti folkloristici ed etnici, che trovano riscontro ad esempio in brani come l'intensa "La Ultima Hora" o "Oracion Final", stupenda versione in spagnolo di "Final Prayer", che era originariamente inclusa sull'autointitolato debut album (peraltro un altro lavoro da non farsi sfuggire!).
Ma ascoltando "Cultura" si può godere anche di un pezzo trascinante e dal groove come "Worlds's on Fire" o dell'appeal commerciale della malinconica "The River", brani che rendono l'idea di un gruppo maturo e consapevole del proprio potenziale, tecnico ed a livello di songwriting.
Personalmente li preferisco quando sono maggiormente aggressivi, quando mettono in primo piano la componente etnica e la loro capacità di variare le linee vocali e nei suoni delle chitarre, passando con disinvoltura da riffs massicci a passaggi acustici ed in flamenco, un po' meno nelle propensioni più moderniste (vedi "The Only Ones") ed in quelle acustiche, quali "Numb" o la nuova versione acustica di "Breaking The Silence", brano che chiude il disco.
Ad ogni modo una gradita sorpresa: bravi su tutti i fronti!!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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