Nonostante una carriera con più pause che dischi, gli Infernal Legion appartengono a quella categoria di gruppi che quando fanno qualcosa la fanno dannatamente bene. Si sono presi una pausa davvero lunga dall’uscita di “The spear of Longinus” del 2011, una di quelle pause che possono metter la parola fine alla carriera di una band che ha lavorato spesso lontano dai riflettori e, probabilmente, conosciuta solo da una frangia degli abituali ascoltatori del metallo morto; ma il prendere le cose con calma non gli ha impedito di pubblicare il quarto lavoro della propria discografia.

E che lavoro signori!

“Under the cloven hoof” è un ottimo, granitico disco di death metal, di quelli che odorano di zolfo con tanto di dedica autografa al Principe delle Tenebre per intenderci. Roba che se lo avesse partorito Glenn Benton saremmo qui a spellarci le mani dagli applausi.

Canzoni ben strutturate coi break inseriti “nei tempi giusti”, riffing accurato e tagliente, leggermente melodico quando serve giusto per dare quel tocco di epicità che non fa mai male, growl modulato e tanto, tantissimo mestiere di chi ha questa musica nel sangue e non cerca di inserirsi in un filone che oggi va tanto di moda.

Ascoltate la titletrack, “Ordained and enslvaed” (la mia favorita del lotto) o “In hell we reign” e poi ditemi che ne pensaste. Death metal bollente al 100%.

Non aggiungo altro, se non quello di non dover attendere altri sette anni per poter godere di ulteriori inni al maligno