Zonaria - Arrival of the Red Sun

Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:40 min.
Etichetta:Listenable Records

Tracklist

  1. ARRIVAL OF THE RED SUN
  2. SILENT HOLOCAUST
  3. GUNPOINT SALVATION
  4. LIBERATION ZERO
  5. THE BLOOD THAT MUST BE PAID
  6. DESERT STORMS
  7. A LULLABY TO THOSE STILL ALIVE
  8. FULL SPECTRUM DOMINANCE
  9. MY VENGEANCE REMAINS
  10. FACE MY JUSTICE

Line up

  • Simon Berglund: Guitars, Vocals
  • Emil Nyström: Guitars
  • Emanuel "Cebbe" Isaksson: Drums
  • Max Malmer: Bass

Voto medio utenti

Etichettati spesso come melodic death metal, probabilmente per la loro provenienza dalle lande svedesi, gli Zonaria giungono alla terza prova discografica rilasciando "Arrival of the Red Sun" per la Listenable Records.
Parlavo di etichetta in quanto, a mio avviso, il quartetto si colloca in un ideale punto di incontro tra l'aggressività melodica dei Children of Bodom e l'approccio sinfonico di certi Dimmu Borgir andando così a creare una musica che è abbastanza diversa dal "tipico" sound svedese in ambito death.
Il nuovo album segue sulla scia dei suoi predecessori e ci offre una manciata di brani prodotti in maniera perfetta e suonati in modo altrettanto efficace tra accelerazioni violente e aperture melodiche che si susseguono senza soluzione di continuità.
Gli Zonaria suonano in modo "moderno", non sono troppo estremi ne troppo melodici e possono, per tanto, ambire a piacere ad una vasta fetta del popolo metallico. Certamente "Arrival of the Red Sun" non è un capolavoro, ma è innegabile che brani come l'ottima "Silent Holocaust" o l'imponente "Liberation Zero" siano schegge impazzite di ottimo metallo fumante che faranno la felicità di chi non cerca troppa cerebralità in un disco.
Per quanto mi riguarda, non sono un amante di questo genere di sonorità, ma riconosco che gli Zonaria sappiano il fatto loro e siano autori di un certo di livello e quindi degni di considerazione positiva.
Quindi consiglio a tutti quelli che amano i gruppi che ho citato di dare un ascolto a questo lavoro. Non se ne pentiranno.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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