Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:40 min.
Etichetta:Dynamic Arts
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. 24-7 HELL
  2. BLANK
  3. CYBERWARMACHINE
  4. FLESH MEANS PAIN
  5. KILLING BREED
  6. 4-D RELIGION
  7. NEW PARADISE (BUKKAKE REMIX)
  8. DAWN OF HYPOCRITE GOD
  9. NO FUNERAL FOR THE LAST

Line up

  • TwentynineA: vocals
  • Dr. Mike: guitars, programming
  • Eniac: drums, programming

Voto medio utenti

Debutto per i finlandesi Scorngrain, trio dall'improbabile look (un sorriso ci sta tutto, guardatevi un pochino le foto nel booklet) ma dal sound decisamente più concreto ed interessante che l'immagine mostrata. Fondendo insieme le esperienze dei The Kovenant, dei Children Of Bodom, del sound Thrash odierno e quello più old di chiaro stampo Bay Area (ovvero una sorta di Hard Metal, elementi Industrial, Swedish Thrash e fedeli riproposizioni di quanto gli storici maestri Exodus, Testament, Anthrax, Megadeth e compagnia bella hanno già ampiamente scritto e descritto), 'Cyberwarmachine' è un dischetto che al primo impatto lascia un pochetto spiazzati per, passatemi il termine bonario, l'ignoranza mostrata, ma poi si lascia ascoltare in maniera più che fluida ed onesta, aumentando la qualità dalla prima all'ultima song. Già, strano a dirsi, ma se la prima parte del lavoro rimane comunque in pelo in sordina, da 'Killing Breed' (song ideale per aprire l'album, con quel suo bizzarro incedere circense, segnato da una fisarmonica che si avvicina alla colonna sonora di danze dal sapore Est europeo, quasi ad evocare uno spettacolo di animali meccanici) in poi si ha un deciso balzo in avanti verso una maggiore qualità. '4-D Religion', avvalla questa teoria, facendo della compattezza la propria arma migliore, mentre 'Dawn Of Hypocrite' tributa ai The Haunted il giusto merito. A completare, la finale 'No Future For The Last' chiude in maniera quasi cinematografica un dischetto che, alla fine, poteva essere molto meglio di quello che è, ma, visto il genere, poteva anche risultare una emerita fotocopia (in peggio, ovviamente) di nomi più altisonanti e blasonati. Non si grida certo al miracolo, ma il nome degli Scorngrain ha tutte le carte in regola per ritagliarsi un proprio spazio vitale nella scena Thrash attuale.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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