Clutch - Pitchfork & Lost Needles

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2005
Durata:36 min.
Etichetta:Megaforce
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. WICKER
  2. ARCADIA
  3. JUGGERNAUT
  4. FAR COUNTRY
  5. NERO'S FIDDLE
  6. PASSIVE RESTRAINTS
  7. BACCHANAL
  8. MILK OF HUMAN KINDNESS
  9. WHAT WOULD A WOOKIE DO?
  10. BOTTOMS UP, SOCRATES

Line up

  • Neil Fallon: vocals, guitar
  • Tim Sult: guitar
  • Dan Maines: bass
  • Jean Paul Gaster: drums

Voto medio utenti

I Clutch sono la classica band sempre sul punto di fare il grande botto, di ottenere un meritato successo esplosivo, di affermarsi a livello internazionale, insomma di fare il cosiddetto salto di qualità commerciale, mentre in realtà continua a rimanere un'eterna promessa underground malgrado abbia superato i quindici anni di onorata carriera.
Fallon e soci sono comunque riusciti a crearsi una discreta popolarità, perlomeno negli States dove hanno sovente diviso il palco con grandissimi big di rock e metal, e dove riescono a vendere un numero di dischi sufficiente a tirare avanti con una certa tranquillità.
Siccome i fans più recenti li conoscono come una formazione ai confini dello stoner o roba simile, i Clutch hanno pensato di far uscire un album che rispolvera le loro radici iniziali, un'antologia di vecchi brani che li mostrano sotto una luce piuttosto diversa da quella attuale.
Ad esempio le prime quattro tracce facevano parte del loro primo sette pollici, risalente al 1991 ed ormai introvabile, mentre "Passive restraints","Bacchanal" e "Milk of human.." sono le inedite versioni demo di canzoni pubblicate rispettivamente la prima sull'ep omonimo, le altre sul primo full-lenght "Transnational speedway league.." del '92.
Episodi che risentono ancora di un chiaro influsso hardcore, il quale animava gli esordi della formazione americana. Tiro duro e potente, compatto e ruvido, pur se ancora non abbastanza personalizzato e maturo.
La differenza possiamo notarla ascoltando le ultime due tracce di questo lavoro, una coppia di inediti provenienti dalle sessioni dell'inizio di quest'anno e quindi nello stile che siamo abituati ad associare ai Clutch. Sornioni e rocciosi, forti di un groove dal sapore antico e di un'attitudine eclettica che consente loro di spaziare nel rock in modo brillantemente trasversale, lo stile odierno è frutto di un'evoluzione sicuramente positiva e vincente anche se il presente album dimostra che la band non rinnega certo il proprio passato.
Tenuto conto che il vecchio materiale del quartetto (ora quintetto..) è praticamente irreperibile, "Pitchfork & lost needles" può avere qualche attrattiva per i fans che desiderano completare la conoscenza dei Clutch. Per tutti gli altri consiglierei di procurarsi materiale del periodo recente, assai più corposo ed interessante.

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