Copertina 4

Info

Anno di uscita:2017
Durata:65 min.
Etichetta:Osmose Productions

Tracklist

  1. ALCOHONAUT DIARY
  2. TARRED ORCHID
  3. PSY LOW
  4. IN MY NIGHTMARES CIRCUS
  5. THE GUTTERS UNDERNEATH
  6. CENOBITES
  7. ON THE ETERNAL SEA
  8. NOCTURNAL CARAVAN
  9. MOONSHINE BEAM
  10. NON OMNIS MORIAR

Line up

  • Meyhnach: everything

Voto medio utenti

Non sono mai stato un grande sostenitore dei francesi Mütiilation, seminale band di black metal diventata di "culto" per aver, di fatto, partecipato alla grande ondata di questo genere che nei primissimi anni '90 colpì l'Europa ed il mondo intero.
Non sono mai stato un loro fan perchè consideravo, e considero, album come il celebre "Vampires of Black Imperial Blood" del semplice rumore e null'altro.
Con tali premesse non ero ben disposto nei confronti di "Non Omnis Moriar" opera di esordio di Meyhnach che altri non è se non il mastermind dei Mütiilation, il quale, sotto l'egida della Osmose Production, si avventura nel campo della "sperimentazione" musicale allontanandosi dall'alveo del primigenio, raw, black metal fin'ora sempre suonato.
Purtroppo, per me, le mie "paure" trovano conferma in questo debut.
Meyhnach, come detto, abbandona il black metal, che qui resta solo a livello di atmosfere, ed abbraccia una sorta di ibrido dark, doom, industrial (pochissimo) metal caratterizzato da voce (monotona) e drum machine (monotona) che sovrastano il resto degli strumenti (leggasi chitarre) relegati a fare da sfondo "oscuro" a tutto il disco.
Al di là della produzione piuttosto deficitaria, "Non Omnis Moriar" è un album molto noioso, quasi sempre lento, plasticoso nei suoni e negli intenti e, francamente, brutto perchè arrivare fino alla sua fine è davvero una impresa titanica.
Se Meyhnach ha potuto nascondere all'interno della "malvagità" del black metal la sua pochezza di idee, adesso, di fronte ad un lavoro che vuole essere diverso e, come ricordavo in alto, sperimentale, tale mancanza appare evidentissima ed affossa un album del quale pochi si accorgeranno e pochissimi si ricorderanno.
Mi dispiace, ma la qualità non è da queste parti.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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