Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:49 min.
Etichetta:AOR Heaven

Tracklist

  1. GLORIOUS
  2. PUSH ON THROUGH
  3. IF WE CALL IT LOVE
  4. WAITING FOR SUMMER
  5. THE FIRST TIME
  6. ONE BREATH AWAY
  7. TOO MANY WORDS
  8. NEXT IN LINE
  9. DROWNING
  10. LOVE WAS WAITIN
  11. IT IS WHAT IT IS

Line up

  • Jim Jidhed: vocals
  • Ken Sandin: bass
  • Michael Palace: guitar
  • Philip Lindstrand: guitar
  • Rolf Pilotti: backing vocals
  • Daniel Flores: drums

Voto medio utenti

Al sesto capitolo della sua parabola artistica lontano dagli Alien, Jim Jidhed “rischia” seriamente di raggiungere l’apice della sua carriera da solista (che, tutto sommato, continua a essere “Full circle”…) e tal evento si realizza grazie ad una serie di circostanze che andiamo brevemente a descrivere qui di seguito.
Partiamo, innanzi tutto, dalla sua voce … persa fatalmente per strada un pizzico di brillantezza, l’ugola (dalle colorazioni timbriche parecchio Perry-ane) dello svedese ha acquisito un’ulteriore consistenza emotiva, essenziale per trasmettere tutto il suo “vissuto” di ultracinquantenne attraverso interpretazioni di notevole tensione espressiva.
Passiamo, poi, alla partnership con Daniel Flores, uno che nonostante qualche “accusa” di eccessiva uniformità produttiva, sa come “far suonare” (e suonare) il rock melodico nel terzo millennio.
Aggiungiamo, allo scopo di esaurire l’analisi dei pregi esecutivi dell’opera, la doverosa menzione di un “vecchio amico” come Ken Sandin e di un paio di ottimi musicisti (fidati collaboratori di Flores) del calibro di Michael Palace e Philip Lindstrand, e non ci resta che occuparci dell’aspetto compositivo, rilevando quanto il songwriting di “Push on through” appaia piuttosto efficace e raffinato, nonché capace, all’occorrenza, di ostentare i muscoli.
Complessivamente non mi sento di biasimare del tutto quelli che, all’apparenza in maniera un po’ semplicistica, hanno definito l’albo una sorta di versione “attualizzata” degli stessi Alien e se l’appassionante apertura di “Glorious” svela una grinta lievemente “inusuale”, la title-track riporta il clima nei territori sonori più abituali al nostro, esponendo al meglio le sue peculiarità d’innata sensibilità “adulta”.
Il catalizzante tocco pomposo e l’avvincente grip armonico di “If we call it love” rendono il brano uno degli highlight del programma e a fargli compagnia nell’edificante classificazione arrivano subito dopo la preziosa gemma malinconica “Waiting for summer”, la vellutata “The first time” e l’ariosa e pulsante “One breath away”, pervasa da un magnetismo pressoché irresistibile.
La notturna ed enfatica “Too many words”, pur assai intensa, sconta appena un vago retrogusto di stucchevolezza al pari della ballata poppeggianteDrowning”, mentre a rimpinguare ulteriormente il numero dei momenti più “alti” del disco sopraggiungono infine il dinamismo avvincente di “Next in line”, la gradevolissima parafrasi Journey-esqueLove was waitin” e la struggente “It is what it is”, da cui sgorga una forma di emozione intima e pura, stavolta priva della benché minima sovrastruttura.
Jim Jidhed con questo lavoro dimostra di aver raggiunto, anche grazie a un selezionato e competente team di collaboratori, una maturità artistica invidiabile, avvicinandosi abbastanza “pericolosamente” ai sommi livelli d’eccellenza del settore … da avere.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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