Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:38 min.
Etichetta:Tee Pee Records

Tracklist

  1. LYIN’ IN THE ROAD
  2. SCORPION
  3. BAGAGAZO
  4. FRUSTRATED
  5. BORN ON A RIVER
  6. RAVENOUS
  7. WAR WOMAN
  8. PASSION FLOWER
  9. LUCIFERA
  10. THE GRASP
  11. REDEEMER

Line up

  • Zaryan Zaidi: vocals
  • Graham Clise: guitar
  • Chris Grande: bass
  • Noel Sullivan: drums

Voto medio utenti

Immaginate Phil Lynott dei Thin Lizzy che invece che di eroina si faceva di coca… Mischiate il tutto alla rozzezza degli MC5, ad un po’ di sfacciataggine punk, attualizzate il suono in stile Nashville Pussy, e potete avere un’idea della proposta musicale dei Lecherous Gaze, nati dalle ceneri degli Annihilation Time, band punk americana. Un bomba!! Assolutamente una bomba, a ciel sereno, questo è stato per me “On the skids”, l’album di debutto di questo combo americano che, con estrema modestia, si autodefinisce “#1 rockin' band in the entire world”. Beh, una volta tanto il proclama è più che azzeccato… Sudore, irriverenza, cazzimma, questo è quanto traspare dagli undici brani di questo esordio sulla lunga distanza. La voce del nuovo singer Zaryan Zaid è sguaiata e strafottente, Graham Clise riesce a cacciare tanto riffoni prepotenti quanto rifiniture alla Led Zeppelin, e viaggia alla perfezione all’unisono con il basso di Chris Grande. Di conseguenza a Noel Sullivan non resta altro che il semplicissimo compito di pestare come un dannato sui tamburi e portare avanti la baracca… Scherzi a parte, è vero che ognuno dei quattro componenti aveva già altre esperienze alle spalle, ma è sorprendente vedere quanta coesione traspare dai brani del disco, come se invece che di un esordio si trattasse del decimo album di una band che sta insieme da vent’anni… Tutto ruota alla perfezione, i brani sono coinvolgenti, gli arrangiamenti sono sì ruffiani, ma senza mai scadere nel banale o nel mainstream, e la carica e la grinta che i nostri mettono nel suonare i proprio strumenti trapela tutta, tanto che fin dalla opener “Lyin’ in the road” vi ritroverete a scapocciare come pazzi e a sudare insieme alla band. E che dire di “Scorpion” e di “Bagagazo”? Riffoni zozzi e rozzi che faranno la felicità di ogni vero rocker che si rispetti, che magari è rimasto deluso dalla fine che hanno fatto i Wolfmother, promessa non tanto mantenuta della nuova generazione rock, o che al suono cupo dei Witchcraft ne preferisce uno decisamente più scanzonato e cazzaro. Beh, con i Lecherous Gaze avrà di che sfamarsi, visto che nei suoi 38 minuti “On the skids” non ha cali di sorta, scorre via nel tempo di 2-3 pinte di birra, e, complice anche l’alcol ingurgitato durante l’ascolto, si ritroverà a premere di nuovo il tasto play, e, ovviamente, a spillarsi un’altra birra… Come rimanere indifferenti davanti ai riffoni di “Frustated”, “Passion flower” e “The grasp”? Per dovere di cronaca ci tengo a sottolineare che non ci troviamo davanti a quattro pazzi completamente ciechi, visto che ci sono anche momenti più calmi, come in “Born on a river” o “Lucifera” o nella conclusiva “Reedemer”, una sorta di trip lisergico che pone il sigillo ad un album che sicuramente finirà nella mia top list di fine anno.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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