Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:45 min.
Etichetta:logic(il)logic Records / Andromeda Dischi

Tracklist

  1. WALK ON YOUR FACE
  2. BEHIND THIS FIRE
  3. OBSCENE
  4. DAY OF DAWN
  5. XXXIII
  6. BURNING DOWN
  7. NOTHING BUT A MAN
  8. PULL THE TAIL
  9. DISASTER
  10. TONIGHT
  11. EAT YOUR GUN

Line up

  • Abba: vocals
  • Max: guitar
  • Spezza: guitar, backing vocals
  • Faust: bass
  • Alex: drums
  • Lucio Stefani: violins on ”Nothing But A Man”
  • Andrea ”Dizzy” Ruggeri: keyboards on ”Obscene”

Voto medio utenti

Il ritorno discografico dei Motorfingers, a quattro anni dal buonissimo debutto “Black mirror”, mi crea qualche perplessità.
Il gruppo, nel frattempo rinnovato nella line-up (con l’ingresso di Faust, ex dei Golden Sextion, al basso, e Abba dei Nightglow al microfono), non ha perso il suo temperamento nella gestione oculata di una forma sufficientemente variegata di alternative metal (per semplificare, qualcosa tra Alter Bridge, Speak No Evil e scorie di Iron Maiden!) e anzi al momento la miscela sonora è addirittura più compatta che in passato, eppure i pezzi di “Goldfish motel”, pur privi di autentiche controindicazioni, finiscono per non convincermi del tutto.
E’ difficile identificare una causa “precisa” … forse il cantato di Daniele "Abba" Abate, enfatico e abbastanza espressivo e tuttavia forse non adattissimo a questo tipo d’interpretazioni o più semplicemente è il livello del songwriting che oggi, al cospetto del mio affaticato apparato cardio-uditivo, appare talvolta appena un pizzico apatico sotto il profilo melodico e non sempre provvisto di uno spiccato grip emotivo.
Niente di particolarmente “preoccupante”, in realtà, per un programma che garantisce comunque buone vibrazioni, ma che allo stesso tempo non consente alla band di superare di slancio la concorrenza e svincolarsi perentoriamente dal pantano dell’underground.
Ciò detto, è anche doveroso riferire del groove strisciante e possente di “Walk on your face” e di quanto “Obscene” e la più articolata “Day of dawn” siano pulsanti e fascinosamente “spietate”.
Non male, poi, appaiono “XXXIII”, un crescendo malinconico di discreta fattura, la thrash-osaPull the tail”, la massiccia disinvoltura anthemica di “Disaster” e l’energia contagiosa di “Eat your gun”.
Discorso a parte merita, infine, la struggente “Nothing but a man”, un momento pregno di notevole pathos, ornato di riverberi folk e impreziosito dal violino dell’ospite Lucio Stefani.
I Motorfingers erano e rimangono un profilo assai interessante e promettente all’interno del costipato rockrama italico, una formazione dotata di capacità e personalità, che però verosimilmente non sono ancora state sfruttate appieno … li attendiamo con immutata fiducia al salto di qualità “definitivo” …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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