Copertina 5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:54 min.
Etichetta:Napalm
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. EPITAPH
  2. CARBONMAN
  3. BERSERK
  4. BLOOD GHOST
  5. HYBRIS
  6. WRATH / SALVATION
  7. BACKSTORY WOUND
  8. EIN DEUTSCHES REQUIEM
  9. VERGEBUNG
  10. WELCOME DEATHROW

Line up

  • Sebastian Reichl: guitars
  • John Gahlert: bass
  • Ferdinand Rewick: guitars
  • Werner Riedl: drums
  • Chris: bass
  • Margi Gerlitz: vocals

Voto medio utenti

Era già praticamente ufficiale ma questo ultimo "Hybris" ne sancisce in maniera definitiva il verdetto: i Deadlock praticamente non esistono più, ed anzi non mi stupirei se tra qualche mese arrivasse il comunicato del loro scioglimento.

Motivazioni? Disparate.
Sicuramente il fatto che dal 2007 in poi la band della Bavaria non sia mai riuscita minimamente a replicare l'ottima fattura del loro terzo disco intitolato "Wolves", uscito per Lifeforce ha sicuramente inciso, sebbene qualche episodio come "Bizarro World" non fosse poi così male.

Il resto è venuto dalle vicissitudini interne, talvolta accettabili come la dipartita della cantante Sabine (tuttavia per molti fan della prima ora "responsabile" della puttanizzazione dei Deadlock), talvolta tragici come la morte del fondatore Tobias Graf.

Ne scaturisce così un nuovo album come "Hybris", che possiamo serenamente definire... come un album assolutamente inutile, privo di spunti, privo persino di qualche difetto particolare che possa aiutare ad identificarlo: troppo uguale a mille altri, dotato di un songwriting medio, omologato con tutto il movimento *core moderno, con "protagonista" una coppia di singer veramente sotto la norma, come John Gahlert ad un fastidioso scream e la nuova entrata Margi Gerlitz che purtroppo fa rimpiangere Sabine. Senza far paragoni comunque, che non è mai bello (e pure Sabine non è che fosse la Callas...) i Deadlock hanno scelto una ragazza con un timbro totalmente pop, piuttosto anonimo e privo di qualsiasi carisma per affrontare e sostenere composizioni metal, e questo è purtroppo un andazzo brutto che riguarda non solo i Deadlock ma ormai il 90% di tutti i gruppi che, maledetti loro, pensano prima a piazzare una bella ragazza dietro al microfono piuttosto che concentrarsi principalmente sull'aspetto musicale e sulla loro capacità di incidere e miscelarsi a questo tipo di musica.

Qualche buon lampo qua e là, l'indubbia perizia tecnica ed un gusto particolarmente raffinato nei solos di chitarra non salva "Hybris" dalla bocciatura ed i Deadlock da un anonimato in cui si sono autoconfinati, omologandosi al mare magnum dei gruppi inutili che puntano prima sulla forma e poi sulla sostanza.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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