Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:54 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. NEVER GIVE UP ON YOU
  2. TELL ME SOMETHING
  3. SAY WHAT YOU WANT
  4. I BELIEVE
  5. A NIGHT TO REMEMBER
  6. SHE'S GOT THE LOVE
  7. LAND OF GOLDEN DREAMS
  8. THE GRAND DESIGN
  9. STREETLIGHTS
  10. WHO'S FOOLING WHO
  11. FINALLY
  12. WHERE IS THE LOVE

Line up

  • Dennis Ward: vocals, bass
  • Michael Klein: guitar
  • Felix Bohnke: drums
  • Eric Ragno: keyboards
  • Jim Rybkost: piano, keyboards

Voto medio utenti

C’è qualcuno là fuori che rimpiange i Giuffria? Spero vivamente di sì … e laddove non sia sufficiente il ruolo “consolatorio” recitato dagli House of Lords, nel caso in cui la brama di “silk & steel” non sia ancora del tutto placata, consiglio caldamente a tali sofisticati musicofili di rivolgersi con fiducia al nuovo lavoro dei Khymera, titolo “The grand design”.
Divenuto ormai una creatura di Dennis Ward (dopo l’iniziale e fondamentale coinvolgimento di Daniele Liverani e di Steve Walsh) il gruppo sforna una prestazione monstre, indurendo leggermente il suono e colpendo con un songwriting di prim’ordine, denso di feeling e di melodie efficacissime.
La voce di Ward, spesso non troppo distante dai registri del grande David Glen Eisley e una sfarzosa pasta sonora, gratificata da arrangiamenti pieni e armonici, giustifica in qualche modo il suddetto accostamento e anche se Eric Ragno non è il divino Gregg, non si può certo ignorare il suo contributo a una suggestione sicuramente un po’ iperbolica e tuttavia a tratti abbastanza vivida e tangibile.
Aggiungete Journey, Honeymoon Suite, Harlan Cage, Giant e i favolosi White Sister e vedrete completate le plausibili fonti d’ispirazione di un programma davvero privo di debolezze, in cui convivono in parti uguali eleganza, vitalità e capacità adescante, elementi capaci di garantire una presa emotiva salda e costante.
E’ molto difficile isolare i momenti chiave dell’albo … tra questi direi certamente l’openerNever give up on you”, frizzante e istantanea come pochi altri brani ascoltati negli ultimi tempi, e pure “Tell me something”, che conquista anch’essa un’entusiastica citazione con il suo andamento incisivo, magniloquente e vaporoso, di enorme pregio.
Come si fa, del resto, a escludere dalla menzione la superba ballata “Say what you want”, il pathos Bad English-esque di “I believe”, l’ardore di “Streetlights” e della Bolton-iana "Where is the love”, momenti di romanticismo non edulcorato, gravidi di pulsante forza interiore e rei d’inarrestabili brividi d’approvazione?
A night to remember”, poi, è uno dei motivi principali per cui ho deciso di azzardare nella disamina un paragone tanto “impegnativo” e non può proprio essere scartata dagli highlight del disco, “She's got the love”, la title-track e “Who's fooling who” sono gioiellini di AOR scintillante e meritano una scrupolosa attenzione, “Land of golden dreams” ha un’atmosfera melodrammatica (vagamente alla Ten) da standing ovation e voglio segnalare pure “Finally” per il suo gradevole tocco hard-rock, immerso nel consueto empireo di raffinatezza e spumeggianti ambientazioni adulte.
Come vedete, operare delle scelte era davvero impossibile, proprio perché considero “The grand design” una gemma irrinunciabile di Pomp/AOR, tanto competente quanto emozionante.
Da avere assolutamente.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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