Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2016
Durata:40 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. TO WAR
  2. WINTER BANE
  3. ASHES OF THE DAMNED
  4. OCEAN OF WOUNDS
  5. COUNT THE DEAD
  6. FENRIR HUNTS
  7. ROOT OF THE MOUNTAIN
  8. ETERNAL

Line up

  • Abbath: vocals, guitar
  • King: bass
  • Creature: drums

Voto medio utenti

Può esistere Abbath senza gli Immortal?
Possono esistere gli Immortal senza Abbath?

Con queste domande che mi ronzavano nel cervello ho ascoltato, ripetutamente, l'esordio omonimo del signor Olve "Abbath" Eikemo che solo tutti quelli che negli ultimi vent'anni hanno vissuto su Marte, o si sono arruolati nell'Isis, possono non sapere chi sia.
Messe da parte le beghe legali per il possesso dello storico monicker Immortal, vicenda sulla quale potete trovare una ricca bibliografia sul web, il nostro frontman guascone, dopo aver reclutato King (ex Gorgoroth) al basso e Kevin Foley (Benighted) alla batteria (completando un terzetto "all star" a tutti gli effetti), ha tirato fuori un album che è esattamente quello che tutti i suoi fan si aspettavano: un mix di Bathory, epicità, black metal ed un pizzico di Motorhead il tutto "congelato" nei ghiacci eterni del nord e sferzato da quei gelidi venti ai quali Abbath, o gli Immortal se preferite, ha dedicato tutta la sua carriera musicale.

Un album, dunque, "ruffiano".
Un album che non osa e non si avventura in territori nuovi o sconosciuti.
Un album assolutamente "perfetto".

Il ghigno di Olve è sempre lo stesso: inconfondibile e malvagio. Come il suo riffing del resto.
I musicisti suonano come macchine ("Creature" Foley alla batteria è impressionante).
La produzione devastante nel suo ergere un muro sonoro pesante come un iceberg.
Artwork ed immagini promozionali sono uno spasso...

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E poi ci sono i brani.

Basta l'attacco di "Ashes of the Damned" per fare scendere la temperatura di qualche grado tutt'intorno e rievocare lo spettro del blashyrkh, sono sufficienti pochi accordi a "Root of the Mountains" per farti indossare spade ed elmo ed uscire, al gelo, a combattere in canottiera nera... poi, quando esplode la conclusiva "Eternal" (un titolo, credo, non scelto a caso...), vedrete davanti ai vostri occhi un manto nevoso e due tizi fieri che vi guardano biechi...

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...e potrei andare avanti con immagini, metafore e rimandi al passato ancora a lungo.

Insomma "Abbath", rilasciato dalla Season of Mist, è il primo lavoro di un musicista istrionico ed assolutamente dotato di talento e sarebbe potuto tranquillamente essere il successore di "All Shall Fall", ad oggi ultimo lavoro di voi sapete chi.
Non sarà ricordato come un capolavoro e non può toccare i sublimi vertici di gelida poesia di "Pure Holocaust" o "At the Heart of Winter", ma è, e resta, un prodotto coi fiocchi... di neve ovviamente!

Abbath senza gli Immortal, dunque, esiste e gode di ottima salute.
Potremo dire lo stesso per i suoi ex compagni?
Ce lo diranno i venti...
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 feb 2016 alle 13:54

Finalmente ascoltato un bel po di volte...per me un 6 stiracchiato, le canzoni sono PURO mestiere, le avrà scritte in due giorni...mi sa che resterà sugli scaffali del negozio. Capisco l'importanza e la soggezione che mette il personaggio, ma questo album è proprio mediocre. Non concordo sul fatto che possa tranquillamente essere il successore di all shall fall, che pur non essendo un capolavoro seppellisce letteralmente questo dischetto, almeno le atmosfere lì sono alla Immortal e i pezzi catturano...a questo punto non so se gli altri due superstiti faranno una miglior figura di Abbath. Disco vuoto

Inserito il 18 gen 2016 alle 13:41

Lo sapete che i miei ascolti ormai sono più morbidi, ma 'sto soggettone di Abbath mi piace e lo seguo. Imperdibile il suo video "didattico" in cui prega gli autori di non editare nulla, perché vuole che tutto sia "naturale". Bravo Abbatte e bravo Beppe

Inserito il 18 gen 2016 alle 08:54

e bravo beppino!

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