Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:49 min.
Etichetta:AFM
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. TURN AWAY
  2. REASON
  3. MORE
  4. INNOCENCE
  5. SCARRED FORVER
  6. IN THE NIGHT
  7. ROUGH STONE
  8. IRON SOUL
  9. TRAIL OF TEARS
  10. BORN TO BE

Line up

  • Andrè Matos: vocals, keyboards
  • Hugo Mariutti: guitars
  • Luis Mariutti: bass
  • Ricardo Confessori: drums

Voto medio utenti

Un album che ha diviso pubblico e critica, decisamente inaspettato all’epoca dell’uscita ma a mio avviso invecchiato molto bene. Dopo il successo (annunciato) del precedente “Ritual” e del conseguente tour (immortalato nel cd/dvd “Ritualive”), la band degli ex-Angra André Matos, Ricardo Confessori e Luis Mariutti si prende una doverosa pausa per elaborare nuove idee e decidere che direzione prendere. Gli inserti “etno-power-pseudo-sinfonici”, ormai un trademark consolidato del combo carioca, in questi anni sono abbastanza ordinari e non stupiscono più anche a causa della “concorrenza” di altre band dal sound paragonabile (Angra in primis, ma non solo). Matos e soci si lanciano allora in un’avventura più heavy/rock e meno metal, più suonata e meno arrangiata (gli inserti sinfonici e tastieristici sono ridotti all’osso), nella speranza di ritagliarsi uno spazio in un periodo davvero saturo di gruppi power (chi sopravvivrà al 2005 avrà lunga vita, gli altri ahimè se ne torneranno a casa). L’impresa secondo me riesce: brani come l’introduttiva “Turn Away” (forse la più “cattiva” del disco), la successiva “Reason” (progressiva al punto giusto) e il singolo “Innocence” (che sembra uscito dal sopraccitato “Ritual”) sono ottimi esempi di “visione lungimirante” per una band dal passato a dir poco “ingombrante”. Peccato che il pubblico non condivida questo mio pensiero e l’album, di fatto, fa un enorme buco nell’acqua, tanto da convincere Matos e i fratelli Mariutti a mollare gli Shaman qualche mese dopo la pubblicazione. Matos proseguirà una carriera solista (tra alti e bassi) coadiuvato dai fratelli Mariutti in veste di semplici turnisti mentre Confessori tenterà di rilanciare il marchio Shaman con nuovi compagni d’avventura dopo un breve, ma probabilmente redditizio, “ritorno di fiamma” con gli Angra. Come direbbe Homer Simpson: “D’oh!”.

A cura di Gabriele Marangoni

Recensione a cura di Ghost Writer

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 24 mar 2018 alle 14:34

Mah, dopo i "veri Angra" del fantastico Ritual, ecco uno scialbo heavy rock senza personalità. Tolto il bel singolo Innocence, è un mediocre disco che la storia ha giustamente relegato nel dimenticatoio... Io gli preferisco anche i successivi senza Matos.

Inserito il 29 set 2015 alle 11:09

Album assolutamente trascurabile, il primo gioca ad un altro sport. Ottimo anche l'ultimo Origins con Bianchi alla voce.

Inserito il 29 set 2015 alle 10:38

Quest'album ha diviso sì, infatti Ritual mi piacque un bel po, questo... ma la title-track è un gran pezzo!

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