Gloryhammer - Space 1992: Rise of the Chaos Wizards

Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2015
Durata:53 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. INFERNUS AD ASTRA
  2. RISE OF THE CHAOS WIZARDS
  3. LEGEND OF THE ASTRAL HAMMER
  4. GOBLIN KING OF THE DARKSTORM GALAXY
  5. THE HOLLYWOOD HOOTSMAN
  6. VICTORIOUS EAGLE WARFARE
  7. QUESTLORDS OF INVERNESS, RIDE TO THE GALACTIC FORTRESS!
  8. UNIVERSE ON FIRE
  9. HEROES (OF DUNDEE)
  10. APOCALYPSE 1992

Line up

  • James Cartwright: bass
  • Ben Turk: drums
  • Paul Templing: guitars
  • Christopher Bowes: keyboards
  • Thomas Winkler: vocals

Voto medio utenti

Dopo 2 anni e mezzo di tranquillità, ritornano sulle scene i pittoreschi Gloryhammer, creatura partorita dalla mente folle del vocalist e tastierista degli Alestorm Christopher Bowes, e lo fanno con un disco che a partire dal titolo, “Space 1992: Rise of the Chaos Wizards“,non lascia spazio a dubbi riguardo la direzione stilistica.

Quello che ci troviamo per le mani è infatti il “solito” disco di fantasy-epic-power à-la-Rhapsody, come lo era stato d’altro canto l’esordio “Tales from the Kingdom of Fife”, farcito di luoghi comuni fantasy fino a scoppiare, sia nelle musiche che nei testi, anche se va detto che in questo caso i nostri eroi hanno trasposto il tutto nello spazio e nel passato-futuro 1992. Musicalmente invece siamo di fronte a un mix ben bilanciato tra i già citati Rhapsody e la band madre del buon Bowes, alias Zargothrax, Dark Sorcerer of Auchtermuchty, come accreditato nell’avventura targata Gloryhammer, soprattutto (inevitabile) nelle linee di tastiera e nei cori, così come nella struttura di diverse canzoni, essendo Bowes autore delle musiche in entrambe le band.
Il problema è che, così come per l’esordio, ogni singolo brano del disco risulta già sentito e fin troppo prevedibile, seppur coinvolgente e divertente da ascoltare. La verve degli scozzesi (ma con vocalist svizzero) è tangibile e questo gli va concesso, così come le qualità tecniche, ma a volte tutto questo non basta, soprattutto per “colpa” di una voce che non è né quella particolare e caratteristica di Christopher Bowes né quella meravigliosa di Alessandro Conti, né tantomeno quella storica di Fabio Lione, tanto per paragonare i Gloryhammer alle più celebri band da cui traggono ispirazione.

Space 1992: Rise of the Chaos Wizards“ rimane comunque un album solido e senza dubbio sufficiente, che fallisce però nel difficile compito di spiccare per originalità e “darsi un tono”. Piacevoli, senza dubbio divertenti da vedere in sede live, ma non so se basterà per mantenere vivi i Gloryhammer sul lungo periodo. Felice di essere smentito.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 set 2015 alle 16:37

Ascoltato a ripetizione del week end da fan del buon Bowes. A parere mio il secondo disco bonus con tutte le tracce rifatte orchestrali vale da solo il prezzo del lotto. Ad ogni modo godibilità e divertimento a 1.000, cori epici all'ennesima potenza e un cantante secondo me molto valido (detto da uno che non sopporta la timbrica aulica di Conti e Lione). Voto 8, anche perché per portare avanti un genere come questo occorre necessariamente prendersi poco sul serio!

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