Copertina

Info

Anno di uscita:2015
Durata:39 min.
Etichetta:Reclamation Records, Ipecac

Tracklist

  1. SOL INVICTUS
  2. SUPERHERO
  3. SUNNY SIDE UP
  4. SEPARATION ANXIETY
  5. CONE OF SHAME
  6. RISE OF THE FALL
  7. BLACK FRIDAY
  8. MOTHERFUCKER
  9. MATADOR
  10. FROM THE DEAD

Line up

  • Mike Patton: vocals
  • Jon Hudson: guitars
  • Roddy Bottum: keyboards
  • Bill Gould: bass
  • Mike Bordin: drums

Voto medio utenti

Inserito il 19 mag 2015 alle 01:20

Scusa Marco, ma c'ho capito poco della recensione! Al primo ascolto mi sa tanto di piattume e di buco nell'acqua. A parte una canzone da veri Faith no More (Superhero), le altre mi sembrano un misto di sperimentalismo, tra Tomahawk e Fantomas, ma dei veri Faith c'è ben poco. Saran cambiati i tempi, sarò un nostalgico, ma dopo 18'anni mi aspettavo qualcosa di meglio da loro...

Inserito il 19 mag 2015 alle 08:22

In effetti la recensione, non fosse per il voto in calce, non è che sia molto chiara... In compenso a me questo disco inizialmente aveva deluso e non poco, poi però è migliorato e adesso mi piace, anche se siamo distanti anni luce dalle meraviglie di "Introduce Yourself" e "The Real Thing", ma soprattutto dalla magnificenza di "Angel Dust". Qua si gira sui livelli poco più che sufficienti di "Album of the Year", dove la personalità di Patton ormai ha tracimato sommergendo quelle degli altri 3 compari di merenda. Poi continuerò a ripeterlo, l'assenza di Jim Martin si sente parecchio. Manca quell'input rozzo e rigido della sua chitarra "old style", con quel suono secco e quegli inserti "Thrash" che metteva. Tornando al disco, suona bene, ma suona più Tomohawk che Faith No More. Ecco, è il miglior disco dei Tomohawk finora uscito.

Inserito il 19 mag 2015 alle 10:51

Album destinato a dividere. Personalmente lo trovo un gran bel disco, schizzoide il giusto, folle quanto basta. Condivido il voto del recensore. Che poi, oggi, la personalità dominante sia quella di Mike Patton, per me è un plus. Grazie di essere tornati FNM.

Inserito il 19 mag 2015 alle 12:37

non ho capito una ceppa della recensione ma sicuramente sarò io che sono un grezzone e non capisco le raffinatezze nelle analisi qui proposte... detto questo: poca chitarra... e si sente. una bella base ritmica di chitarra avrebbe conferito quella omogeneità e solidità ai pezzi di cui questo album avrebbe bisogno. il mancato protagonismo di una chitarra a lungo andare si fa sentire. per il resto come al solito patton e soci si fanno ascoltare senza problemi, ma non penso che parlando di una band del genere ci si possa accontentare di una generica "ascoltabilità".

(Modificato il 19 mag 2015 alle 12:38)
Inserito il 19 mag 2015 alle 15:41

Un disco da aperitivo.

Inserito il 19 mag 2015 alle 16:07

...Che significa "disco da aperitivo"? :-))) Allora, un paio di considerazioni: 1. bravo Marco Regoli. Credo che il suo tentativo di scrivere e comunicare in modo meno ortodosso vada premiato. A volte non lo seguo, lo ammetto, ma è sempre suggestivo abbandonarsi alla sua "guida all'ascolto per sensazioni"; c'è sempre tempo e spazio per altri modi più canonici (e a volte più noiosi e meno stimolanti) di raccontare un disco. Marco è come un pittore di astrattismo o di arte informale. Mi piace la sfida all'interpretazione e alla ricostruzione a cui sottopone il lettore. 2. I Faith No More. Quanto mi piacevano. Non sono contento di scriverlo, ma da anni sono fermi alla produzione di dischi privi di guizzo o ispirazione. Alla fine dell'ascolto pensi: "in fondo niente male"; "che classe", "che originalità"...ma il lampo, il brano o la parte strumentale che ti si ficchi in testa, quelli non ci sono più da un bel po' di dischi a questa parte. E col tempo stenti a distinguere e ricordare le varie tracce. O almeno per me è così. Vedremo con questo. p.s. Ma Jim Martin c'è o non c'è? è segnato nella line up di fianco alla recensione.

Inserito il 19 mag 2015 alle 16:28

che va bene come sottofondo..di certo non riesco più a farne un culto. A 50 anni con la panza non sono più quelli con Jim Martin e il loro headbanging..un po' come gli slayer..non sono un gruppo hard rock che possono perseverare fino a 70 anni,erano dei giovani che proponevano un certo sound che si completava con la loro attitudine... album of the year melodicamente fa paura,è bello,ma è un disco da studio,dal vivo ogni brano è una ciofeca,non hanno più la dinamicità di 25 anni fa...è un genere che non puoi mantenere identico nei decenni,si invecchia,non sei più un ragazzino.. Questo è quello che penso.

Inserito il 19 mag 2015 alle 16:29

Jon Hudson alla chitarra. E si capisce,altro che Jim martin.

Inserito il 19 mag 2015 alle 16:44

Pasta TVB

Inserito il 19 mag 2015 alle 18:17

Scusate per Jim Mi son giunti files Editiamo. Sortoscrivo quasi tutto quel che postate Smile

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