Copertina 5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:36 min.
Etichetta:Epitaph Records

Tracklist

  1. SHORT FUSE
  2. RAISE YOUR VOICE
  3. UP IN SMOKE
  4. INTO THE STORM
  5. NEXT LEVEL
  6. BACK IN THE DAY
  7. I AM WINTER
  8. LONE WOLF
  9. C'EST LA VIE
  10. FULL CIRCLE
  11. NORTH STRONG
  12. BRAVE THE FIRE

Line up

  • Alex Erian: vocals
  • Miguel Lepage: bass
  • John Campbell: guitars
  • Greg Wood: guitars
  • Stevie Morotti: drums

Voto medio utenti

Errare humanum est, perseverare ovest. Circa.


Vabbè, il concetto è che fondamentalmente puoi essere un gruppo di simpaticoni canadesi quanto vuoi (ma mai come i Protest the Hero), fare le foto promozionali col barbecue e il cagnolone, però se continui a fare musica noiosa non è che puoi pretendere chissà cosa.

"Salvation" degli Obey the Brave è il secondo disco della carriera dei canadesi, due anni dopo l'esordio "Young Blood". Hardcore sostenuto, harsh vocals qua, breakdown la, tanti controcanti, pochi controcazzi.
Due dischi praticamente identici, questo nuovo "Salvation" e l'esordio, che lasciano poco in bocca, niente in testa, zero nel cuore. Brani di una banalità sconcertante e, se questo può essere sopportato in un disco d'esordio, certamente non dev'essere perdonato nel secondo album, che è comunque sempre il più difficile nella carriera di un artista (cit.).
Una certa qualità di base è innegabile, le vocals sono aggressive e tecnicamente ineccepibili a livello di scream/growl, musicalmente gli Obey the Brave ci sanno anche fare, ma tirando le somme rimane poco o nulla. Non basta fare rumore per fare rumore, se capite cosa intendo.

L'ho già detto per tanti gruppi del genere e lo ripeto: la potenza è nulla senza controllo. E senza originalità. E "Salvation" degli Obey the Brave, a fronte di una potenza non indifferente, di originalità e controllo non ne ha nemmeno una briciola.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini
Obey the brave - Salvation

Way It Goes" è un chiaro esempio di stampo thrash,ma ancora più forte è "Feed The Fire", una traccia alimentata da battiti d'urto e poliritmi che si fondono perfettamente con un tale coro. Entrambe le tracce, come gran parte della matta stagione e soprattutto la traccia stellare dell'album, sono caratterizzate da più curiosità di vita.

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