Copertina 4,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:44 min.
Etichetta:Unique Leader Records

Tracklist

  1. SENSELESS MASSACRE
  2. DESOLATE PARADISE
  3. LALASSU XUL
  4. INFUSED
  5. FRACTAL INTAKE
  6. NATURAL SELECTION
  7. BECKON
  8. GODLESS TIMES
  9. UNSYMPATHETIC INTELLECT
  10. EVISCERATE
  11. THE HEAVENS HAVE FALLEN
  12. NO PITY FOR A COWARD (SUICIDE SILENCE COVER)

Line up

  • Lucas Mann: guitars
  • Joel Omans: guitars
  • Ian Bearer: vocals
  • Aaron Kitcher: drums (guest)

Voto medio utenti

All'interno dello sconfinato mondo del death metal, universo pieno di sotto-generi e contaminazioni, ci sta un po' tutto, ma l'unico posto in cui potrebbero PER ME stare i Rings of Saturn è l'orbita del pianeta più lontano della galassia più remota, in questo modo la loro musica non potrebbe arrivare nemmeno per sbaglio alle nostre orecchie. Sono brutale? Forse, ma almeno in me qualcosa di brutale c'è, nello pseudo-death metal di questi americani, neanche l'ombra.

Autoproclamatisi "signori dell'alien-core", i cinque della bay area sfoderano su Lugal Ki En il loro terzo assalto death-core-ipertecnico proiettato in un'ottica futuristica, galattica. Un concept album che descrive battaglie spaziali, Lucas Mann (chitarrista), commenta così la storia che ha costruito:
“The concept of the album in a nutshell is that long after the Aliens conquer humanity, they evolve to a point where they transcend space, time and reality to take their conquest into the realm of the gods where they wage war on angels and demons. The album title Lugal Ki En translates from ancient Sumerian cuneiform to mean ‘King Of The Earthlings, Lord Of The Cosmic World."

Alieni, sumeri, misteri, guerre e civiltà antiche; materiale per una stagione di Voyager insomma.

A tal proposito, l'elaborato e coloratissimo artwork di Mark Cooper potrebbe già darvi un'idea di quello che potete trovare nel disco: una quantità di riff indicibile su cui vengono spalmati sweep a pioggia ed assoli ultra tecnici, eseguiti a velocità proibitive, musica che viene sparafleshata nelle nostre orecchie contaminata da effetti spaziali, urla belluine che si dividono tra growl e scream, una batteria fintissima ed echi di altre dimensioni. Tutto è ammassato, tutto è più, tutto è troppo. I Dragonforce dello pseudo-death metal. Questa roba, però, sembra piaccia parecchio e fa dei Rings of Saturn uno dei gruppi di punta della Unique Leader.
Misteri si aggiungono ad altri misteri.

Ho calcato la mano? Citando il compianto Bombolo: "Io quando c'è da calà, calo. Quando c'è da pijà, pijo"

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 ott 2014 alle 20:18

Si gnoppi, dopo che mi è salito il rigetto iniziale ho detto "mah, forse sono io, vediamo di riascoltarlo e vedere se tutto ciò ha un senso". No, un senso non ce l'ha! E dire che mi nutro parecchio di roba estrema e tecnica, qui c'è solo roba estremamente inutile. Grazie per la conferma :D

Inserito il 13 ott 2014 alle 18:39

Cioè, ti sei pippato 44 minuti filati di sta roba?? Magari due/tre volte? Stoico.

Inserito il 13 ott 2014 alle 15:15

Che roba è? :0

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