Copertina 8

Info

Anno di uscita:2013
Durata:48 min.
Etichetta:Candlelight Records

Tracklist

  1. LAUDABILITER
  2. KING OF THE ENGLISH
  3. DAWNING OF THE GREY
  4. ALL EIRE WILL QUAKE
  5. BLOODY ALICE (OF ABERGAVENNY)
  6. THE SACKING OF THE VEDRAFJORD
  7. A DIRGE
  8. DAMNED WHEN DEAD

Line up

  • Dave Murphy: bass
  • Shane Cahill: drums
  • Gerry Clince: guitars
  • Roibéard Ó Bogail: vocals, piano, whistle

Voto medio utenti

Oh, che gran bella soddisfazione mi hanno dato i Mael Mordha! Il loro ultimo parto discografico, infatti, riesce a incarnare tutte le speranze che riponevo nel gruppo irlandese, e forse anche qualcosa in più. Ma andiamo con ordine…

Ho sempre apprezzato il pagan folk doom del quartetto, che tuttavia, a mio avviso, non era ancora riuscito a realizzare appieno il notevole potenziale di cui era dotato. Album più che discreti come i precedenti Gealtacht Mael Mordha e Manannan, pur piacendomi non poco, mi avevano lasciato un vago, ma spiacevole, senso d’incompiuto in bocca.
Per questo attendevo con impazienza la prova della definitiva maturazione da parte del combo capitanato da Roibéard Ó Bogail; fortunatamente, il platter che mi accingo a recensire si consacra come miglior capitolo della discografia dei nostri, affrancandoli una volta per tutte (o almeno me lo auguro) dalla scomoda etichetta di “Primordial dei poveri” che li ha accompagnati sinora.

Damned When Dead è un concept album che trae spunto narrativo dalla tristemente nota bolla Laudabiliter, promulgata nel 1155 dall’unico Papa inglese della storia, Adriano IV, e indirizzata all’allora Re (sempre inglese) Enrico II. Con essa venne riconosciuto a quest’ultimo il titolo di Dominus Hiberniae (Padrone d’Irlanda), legittimandolo di fatto a esautorare i signori feudali di quelle terre e a soggiogarne le popolazioni.
Immaginerete con quanta filosofia l'abbiano presa gli irlandesi, così come vi sarete già fatti un’idea della posizione assunta dai Mael Mordha nella questione in esame.
In ogni caso, proprio le sanguinose rappresaglie conseguite agli eventi sopra descritti hanno ispirato le lyrics, che si sposano in modo meraviglioso con la musica.

A proposito di musica, urge sottolineare che quell’alone di eroismo gravido di lutto imminente, quel mesto (ma non rassegnato!) pathos battagliero proprio di chi combatte allo stremo pur sapendo che andrà incontro alla morte, quel feeling guerreggiante e funereo al tempo stesso che contraddistinguevano i precedenti dischi tornano con prepotenza anche qui, ulteriormente sublimati da un songwriting ispirato e da un’esecuzione strumentale a dir poco efficace (lo stesso può dirsi della produzione).
Davvero convincente, poi, la prova del singer (e fondatore) Roibéard Ó Bogail, a suo agio tanto alle prese con le clean vocals (buone anche le declamazioni in latino) quanto nelle parti in growling (pochissime, in realtà). Certo, il suo stentoreo vocione potrà non incontrare il gradimento di tutti, ma a mio avviso è assolutamente perfetto per le atmosfere che la band intende evocare.

I singoli pezzi, da ultimo, crescono esponenzialmente ad ogni ascolto, senza che tra essi si segnalino punti deboli o filler, entrambe caratteristiche fondamentali in un concept.
Sia i brani maggiormente improntati al folk, quali King of The English e The Sacking of the Vedrafjord, in cui fa capolino il fidato flauto, sia quelli più tellurici, come Bloody Alice (of Albergavenny) o All Eire Will Quake, dalle arrembanti linee di basso ad opera dell’ottimo Dave Murphy, si dimostrano capaci di avvincere l’ascoltatore, che si troverà catapultato nel bel mezzo delle cruente vicende narrate.

Si sarà ormai intuito, ma reputo questo Damned When Dead un lavoro splendido, che difficilmente uscirà dal mio stereo in tempi brevi.
Con ogni probabilità, i Mael Mordha non diverranno mai fenomeni di massa, né riempiranno mai i palazzetti (impresa che, peraltro, al giorno d’oggi riesce a ben pochi), ma se continueranno a sfornare album di questa caratura sarà sempre più arduo ignorarli. Io vi consiglio caldamente di non farlo: sarebbe un grave errore.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 16 set 2013 alle 10:15

Interessante..gli darò sicuro un ascolto!

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