Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:44 min.
Etichetta:Drag City

Tracklist

  1. ADDIS
  2. STATE OF NON-RETURN
  3. GETHSEMANE
  4. SINAI
  5. HAQQ AL-YAQIN

Line up

  • Al Cisneros: bass, vocals
  • Emil Amos: drums

Voto medio utenti

Nuovo ed atteso album per gli Om, seguito dell’acclamato “God is good”.
Questo “Advaitic songs” non solo riprende tutti i temi del suo predecessore ma li amplifica, finendo col sembrare una sorta di suite divisa in cinque momenti distinti. C’è la conferma della impostazione doom drone/mistica, ed anche di quelle evidenti influenze medio-orientali che oggi caratterizzano fortemente lo stile del duo americano.
Protagonisti come sempre il basso profondo di Al Cisneros (ex-Sleep) ed il drumming nitido ed ossessivo di Emil Amos, capaci di costruire ingranaggi ritmici che avvolgono nella loro fantasiosa ripetitività. Però la capacità della band di organizzare i lunghi brani e di scegliere le sonorità più adatte a completarli, è decisamente cresciuta. Abbondano infatti gli interventi degli archi, apportatori di maestosa malinconia, le percussioni e gli effetti “ambient”, mentre le parti vocali somigliano sempre più a litanie rituali. Al principio ed alla fine del disco compare perfino la chitarra, pur con compiti marginali, che gli Om hanno finora considerato superflua all’interno della loro proposta. Chissà non si tratti del preludio di un cambiamento di ottica verso tale strumento, cosa che schiuderebbe al gruppo scenari al momento impensabili.
La cupa limpidezza del tappeto ritmico, il crescere della tensione oscura e sacrale, l’atmosfera che unisce il sinistro gelo del doom metal con le suggestioni secche ed assetate della Palestina, si confermano carte vincenti per una band atipica ma dal tocco personale e visionario.
Tutti i pezzi si snodano fluidamente aggiungendo nel lento incedere gli altri elementi, dalla voce levantina di Kate Ramsey in “Addis” alle colorazioni di viola, violoncello, violino, tablas, flauto, durante la conclusiva “Haqq al-Yaqin”. Indubbiamente un altro lavoro maturo, ricco di spiritualità esoterica e passaggi trance-psichedelici, che pone questa coppia di musicisti ai vertici in ambito doom alternativo. Però adesso sarà necessario variare un poco lo schema degli ultimi due capitoli discografici, altrimenti si corre il rischio di diventare stucchevoli. Già qualche arrangiamento orchestrale di “Sinai” appare eccessivo, ed il tedio è sempre una minaccia presente.

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 ott 2012 alle 10:05

Visto ed apprezzato :)

Inserito il 27 ott 2012 alle 15:09

(pssssst Sergio hai visto io la mossa l'ho fatta)

Inserito il 27 ott 2012 alle 14:55

Quest'anno tra la reissue di dopesmoker, il nuovo e ottimo High On Fire e questo, che personalmente ritengo uno dei dischi migliori dell'anno.....tra quelli che ho ascoltato ovviamente, è una buona annata per gli ex Sleep. Non ho ben capito se ognin tanto qualche concerto insieme lo fanno ancora o meno

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