With All the Rage - Yesterday.. Now.. Tomorrow.. Ever

Copertina 6,5

Info

Demo
Anno di uscita:2012
Durata:31 min.
Etichetta:SG Records

Tracklist

  1. WITH ALL THE RAGE
  2. CEMETERY PARK REVISITED
  3. A GOOD DAY TO DIE
  4. PLUG IN YOUR ASS
  5. INSIDE
  6. WHO KILLED MY DOG?
  7. SHOW ME YOUR WOUNDS

Line up

  • Luca Cirrito: Vocals
  • Vincenzo Ciolino: Guitars
  • Alessandro Capizzi: Guitars
  • Francesco Schittino: Drums
  • Anthony Cosentino: Bass
  • Salvatore Maniscalco: Guitars, Effects

Voto medio utenti

Partirò con un'ovvietà: la rabbia paventata nel nome del gruppo si sente, eccome. "A raggia", come forse preferiscono chiamarla i sei palermitani, rabbia verso un sistema corrotto, verso il bigottismo e l'omertà che ogni giorno si manifestano attorno a loro, in una terra macchiata dall'onta perenne della mafia.

E i With All the Rage mettono tutto in musica, trasponendo questa rabbia sul pentagramma, tra le corde di una chitarra o sulle pelli di una batteria, sparando nelle casse una cattiveria musicale non indifferente, resa ancor più grezza e genuina dal cantato di Luca Cirrito, adeguatamente graffiato e gutturale, oltre che da una produzione magari non eccellente (pur essendo di stampo inglese) ma che nella sua imperfezione svolge perfettamente il suo scopo.
Molto buona anche la prestazione a livello strumentale, in particolare delle chitarre, che in più di un'occasione sciorinano riffoni di matrice thrash di egregia fattura. Unico appunto è sui volumi, che a volte risultano eccessivamente penalizzanti nei confronti degli strumenti e in favore della voce, in particolare nella seconda traccia "Cemetery Park Revisited", dove il giro melodico del ritornello viene surclassato dalla voce, decisamente troppo alta.
Tutto bello, tutto perfetto? Quasi. Il grosso punto debole dei With All the Rage è l'eccessiva derivazione e la poca originalità della proposta, che troppo spesso va a incanalarsi in binari cari ai Pantera, suonando si devastante in potenza ma inevitabilmente carente a livello di songwriting e personalità. L'unica traccia che si distingue dal resto è "Inside", decisamente più melodica (se melodia può essere il termine adatto), ma anche qui l'eco dei primi Machine Head è tangibile.

Globalmente insomma abbiamo a che fare con un buon lavoro, questo è innegabile. Se i palermitani riusciranno in futuro a canalizzare la loro rabbia in qualcosa di più personale e intimo, avremo senza dubbio per le mani una realtà importante a livello nazionale. Ad ora, comunque, promossi.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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