Copertina 5,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2004
Durata:47 min.
Etichetta:PMP
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. PRODROMOS
  2. CONFORMITY
  3. FLYING INTO THE VOID
  4. WAR WITHOUT END
  5. ATLANTIS
  6. HAMMERHEAD
  7. AND I STILL REMEMBER...
  8. OMINOUS SILENCE

Line up

  • Bruno Masulli: vocals
  • Joe Dardano: guitars
  • Marco Signore: keyboards & vocals
  • Ly Holestone: bass
  • Lino Mazzola: drums

Voto medio utenti

Probabilmente il nome Marshall sarà sconosciuto ai più giovani dei nostri lettori, ma dietro a questo monicker si cela una delle realtà più promettenti della scena Hard Rock italiana a cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta. Dopo un promettentissimo inizio di carriera, culminato col riconoscimento di “miglior gruppo emergente italiano” di Metal Shock (1990), il gruppo è stato vittima di una serie incredibile di problemi, finendo per sciogliersi (1992). A distanza di dieci anni dallo split i Marshall tornano sulle scene: l'unico membro della line-up originale è il drummer Lino Mazzola, che si è circondato di nuovi e motivati musicisti. Questo cambiamento ha modificato profondamente il sound del gruppo, che si è spostato su territori più vicini al Power Metal, ricco di sfumature Heavy e Progressive, e il risultato degli sforzi della nuova formazione è “Garden of Atlantis”, registrato dai Marshall nell'autunno del 2003. Il disco vede le tastiere di Marco Signore in primo piano, spesso a scapito della chitarra di Jo Dardano, e questo limita notevolmente l'impatto delle canzoni del platter che, pur non segnalandosi per particolare originalità, dimostrano una discreta abilità compositiva. Purtroppo le composizioni spesso mancano di scioltezza, alcuni passaggi sono poco scorrevoli e potrebbero risultare ostici per più di un ascoltatore. E' positiva la prestazione del singer Bruno Masulli, mentre il tasso tecnico del gruppo si attesta generalmente su livelli buoni, risultando particolarmente convincente in quella che è probabilmente la canzone migliore del disco, la suite “Atlantis”, che da' anche titolo al disco. La sua prima parte, “Garden of Atlantis”, vede protagoniste le tastiere di Signore in un'interessante intro strumentale, mentre la seconda parte, “Atlantis Rise”, è una coinvolgente cavalcata speed-metal. Peccato per la produzione, poco incisiva e dovuta probabilmente ad un budget risicato. “Garden of Atlantis” si segnala quindi, più che per la qualità generale, per il ritorno sulle scene di un gruppo che si era perso troppo presto.
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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