Copertina 8

Info

Anno di uscita:2004
Durata:50 min.
Etichetta:Southern Lord
Distribuzione:Wide

Tracklist

  1. LAST HIT
  2. WITH VISION
  3. LONG LOST GRAVE
  4. NOTHING CHANGES
  5. DIMENSIONAL SOJOURN
  6. IN REST
  7. SILVER CORD BREAKS
  8. WILLFULLY BLIND
  9. DISSONANT DISSIDENT
  10. THE MONSTER
  11. THE WATCHERS
  12. LOST

Line up

  • Victor Griffin: vocals, guitar
  • Scott “Wino” Weinrich: vocals, guitar
  • Greg Turley: bass
  • Tim Tomaselli: drums

Voto medio utenti

Purtroppo sappiamo che, salvo sorprese, questo episodio di classe eccelsa è destinato a restare unico ed irripetibile, visto che Scott Weinrich ha recentemente chiarito di volersi occupare da qui in poi esclusivamente dei suoi The Hidden Hand, mentre Griffin e soci porteranno tranquillamente avanti il discorso Place of Skulls per conto loro.
Un vero peccato. Lo schieramento presente in questo “With vision” che prevede due totem del calibro di Wino (The Obsessed, St.Vitus, Spirit Caravan) e Victor Griffin (Pentagram) sorretti dalla perfetta sezione ritmica di Greg Turley e Tim Tomaselli, era quanto di meglio si potesse desiderare nel campo del doom tradizionale, infatti il risultato ottenuto è un album che non può assolutamente mancare nella collezione degli appassionati.
Per l’intera durata del lavoro si viene rapiti da un’ammaliante atmosfera tenebrosa, sofferta e quasi sacrale, un’incrollabile tensione spirituale che rigetta il caos e l’isteria delle contaminazioni più recenti del genere per riaffermare incontestabilmente la maestosa imponenza del classicismo Sabbathiano e dei suoi grandi epigoni.
Inevitabile che nel contesto la personalità di Wino abbia preso il sopravvento, guidando le linee del sound verso quelle che abbiamo apprezzato ad esempio negli Spirit Caravan, togliendo quindi un po’di identità alla creatura di Griffin. Un piccolo sacrificio per ottenere in cambio gemme di rara eleganza e sinuosità come la title-track o lo strumentale “Dimensional sojourn”, ispirate chiaramente ai migliori momenti della disciolta formazione di questo maestro del doom. Qui però le emozioni sono addirittura raddoppiate. Doppie vocals generose di pathos e sentimento, doppia lead a scatenare un diluvio di duetti sbalorditivi non limitati a semplici fughe istintive bensì accuratamente inseriti in un songwriting severo e magistrale, doppia anima all’interno della band a rivelarci che il doom può essere anche un rifferama robusto ed hard-oriented, forte di ritmiche tese e sostenute come nelle eccitanti e dinamiche “Last hit” e “Nothing changes”.
Infine gli struggenti momenti di lancinante introspezione a rinverdire la tradizione di questo stile, l’eccitazione di un sensuale sviluppo lento e melodico che preannuncia lo scatenarsi di potenze impietose ed implacabili. “Long lost grave”, “The watchers”, la mortifera “The monster”, sono da annoverare tra i migliori brani degli ultimi anni per quanto riguarda la fusione di immagini arcane e crepuscolari con linee rock nette, marmoree e compassate, una musica creata per scendere in profondità nell’animo dell’ascoltatore e scatenare passioni intense e dolorose.
L’omogeneità e la completezza dell’album è da applausi, trovare brani sottotono sarà improbo anche per gli snobisti più incalliti ma altrettanto difficile stabilire la graduatoria dei migliori in una media così elevata, tecnica sopraffina e ispirazione di altissima qualità, fascino intramontabile di un’esperienza decennale al servizio della musica senza compromessi, i Place of Skulls realizzano un opera che in riferimento al settore doom è da considerarsi un classico.
Se vi piace questo stile dovete averlo a tutti i costi.

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