Per tenere viva l'attenzione sulla band in vista del prossimo disco (attualmente il gruppo sta per entrare in studio), la Season Of Mist ha ben pensato di ristampare il secondo album "Sixteen Tons" dei Weedeater. Come sempre di fronte a queste operazioni, la domanda di partenza è: ce n'era davvero bisogno? Il disco in questione non pare così impossibile da trovare ed i costi sono quantomai contenuti; aggiungiamoci che (perlomeno a livello di tracklist) questa ristampa non aggiunge nulla rispetto all'edizione originale, e davvero si fa fatica a giustificare l'operazione se non per meri motivi di marketing accennati in apertura.
Poco male, perchè "Sixteen Tons" rimane uno dei capitoli migliori della carriera della band, che già dal nome non nasconde la propria passione per oppiacei e drivati vari, che non solo forniscono buona parte degli spunti per i testi dei Weedeater, ma che permeano ogni singola nota composta dai Nostri: il loro sludge è sporco, grezzo, basato sulla ripetizione insistita dei riff portanti e sulla voce roca dell'ex Buzzov*en Dixie, come ben esemplificato dall'iniziale "Bull", "Potbelly", "Dummy" o "Buzz", mentre "Woe's Me" rappresenta un intermezzo dove la chitarra mista all'alterazione da marijuana si fonde con la voce di Dixie, per una volta pulita, in una specie di blues sballato. Fantastico.
I fan dei Weedeater che già possegono "Sixteen Tons" non se ne faranno nulla di questa ristampa, dal momento che nulla aggiunge e nulla toglie alle stampe precedenti, mentre per chi volesse scoprire o colmare l'assenza di questo album dalla sua discografia è consigliabile scegliere l'alternativa più economica tra questa uscita e le edizioni precedenti.