Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:47 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. FREEDOM CALL
  2. BRAIN EATER
  3. GET IT
  4. THE ROAD
  5. SO SCARRED
  6. SUICIDE FALL
  7. ABANDONED
  8. WILD IN THE NIGHT
  9. THE JOKER
  10. YOU STEAL MY BREATH
  11. TO HELL
  12. WAR WITHIN

Line up

  • Lukáš Písařík: vocals
  • Lukas Kunes: Drums
  • Honza "Kirk" Behunek: Guitars
  • Thomas Kuchta: Bass

Voto medio utenti

I Seven sono un four-piece ceco, attivo da più di una decade e con una storia fatta di continui cambi di line-up alle spalle. Inizialmente una proposta solo strumentale, la musica dei Seven è andata evolvendo con il tempo, fino al buon successo del concept “Seven Deadly Sins” del 2009, che ha attirato sui cechi i riflettori e gli interessi di molte case discografiche. È stata la Nuclear Blast a vincere la sfida, per questo “Freedom Call”, primo album ad essere pubblicato da una major ed a cui ha collaborato Victor 'Rage' Smolski in veste di sound engineer.

La musica che i Seven ci propongono è un heavy metal classico, molto chitarroso e massiccio, mi hanno ricordato gli Anvil al primo ascolto, ma con una produzione molto moderna, carica di chitarre a sette corde e ipercompressa. Decisamente niente per cui valga la pena buttarsi dalla finestra, ma “Freedom Call” ha i suoi numeri, come la bella opener autointitolata, il riff cattivissimo di “So Scarred”, il momento morbido di “Abandoned” e così via, per un album di 12 brani e 47 minuti, dove ci sono davvero pochi fronzoli e tanto buon heavy metal.
La voce di Lukáš, ultimo arrivato in seno ai Seven, è potente e rauca, ma si sposa bene anche con i momenti più melodici, mi ricorda un po’ quella di Zak Stevens, con rispetto parlando.

“Freedom Call” è il classico album ben fatto e ben suonato, che rischia di annegare nel mare delle uscite discografiche di oggi, che sono troppe, quasi sempre a scapito della qualità. Ma tant’è, tutti vogliono il loro momento di gloria, e tutti hanno il diritto di provarci. Io, per i Seven, tengo il pollice alzato.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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