Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:48 min.
Etichetta:Rage of Achilles
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. INVISIBLE DRAGONS
  2. COSMIC MAGIC FROM THE DOOMED PLANETS BELOW
  3. GOLDEN HARVEST
  4. LOVEDEMON
  5. RAINBOWRIDE
  6. FREEDOM
  7. GROOVE HOTEL
  8. THE TIDES
  9. UNIVERSE AT NIGHT

Line up

  • Andy Wong: guitar, vocals
  • Andrey: lead guitar
  • Rickard Gustafsson: bass
  • Marcus Hamrin: drums

Voto medio utenti

Ecco la prima sorpresa dell’anno. A guardarli, questi Svedesi Kaptain Sun sembrano il solito gruppo di neo-freaks dello schieramento Scandi-stoner tipo Dozer e compagnia. A sentirli, si rivelano invece quattro pestoni incazzati di brutto con l’hobby di tirare mazzate sotto forma di canzoni, senza farsi paranoie di stili o generi d’appartenenza.
Una sorta di ibrido tra Entombed e Blind Dog o Orange Goblin, senza la minima deviazione psych ma con la tostissima componente metal avvolta in un velo di ruspante disordine stoneggiante, cosa che li distanzia dagli ordinati soldatini del metal ortodosso.
L’uso di vocals possenti e rugginose, che mi ricordano quelle dei Gorefest, alimentano l’aggressività del lavoro senza concedere tregua. A tratti compaiono riferimenti all’heavy classico degli ’80, cenni Priestiani che invadono le code strumentali delle eccellenti “Golden harvest” e “Universe at night”, un solismo pulito ed affilato che si amalgama senza sbalzi con la cupa graniticità della struttura dei brani.
Ricetta che non viene servita con l’aristocratica finezza contemporanea bensì con il genuino furore proletario dei tempi passati, e senza tanti effetti speciali risulta perfettamente efficace tanto da far pensare che il “vero metal” risieda più da queste parti che non tra i gioiosi e squillanti coretti di stili considerati “ufficiali”.
Bordate spezzacollo come la title-track o “Invisible dragons” sprizzano attitudine sanguigna e battagliera che rinnova lo spirito essenziale della musica heavy, quello che ci scuote il corpo con sferzate di energia e scrolloni di elettricità. In questo i Kaptain Sun fanno centro pieno, trovando anche il tempo per strizzare l’occhio ai seguaci dell’heavy stoner, vedi Mannhai o Awesome Machine, con l’imponenza martellante di “Cosmic magic..ecc” e “Freedom”. Così, senza strabiliare per fantasia, possono risultare ottimi per gente dai gusti solo apparentemente distanti tra loro.
Necessitano ancora di una maggior sfaccettatura del sound, forse un pizzico di ulteriore follia, e con loro non nascerà di certo una nuova era musicale, ma il debutto dei Kaptain Sun è uno dei più freschi e interessanti ascoltati negli ultimi tempi. In attesa di vederli magari su qualche label di grido, promossi a pieni voti con mezzo punto in più per l”effetto sorpresa”.

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