Copertina 8

Info

Anno di uscita:2011
Durata:57 min.
Etichetta:The Church Within

Tracklist

  1. EYES BEHIND THE WALL
  2. CAPRICORN
  3. BLACK FUNERAL
  4. MASTERS OF IT ALL
  5. DOWN INTO THE EARTH
  6. HE WHO WALKS ALONE
  7. COSMONAUT OF THREE
  8. ELECTRIC FATHER
  9. ALBATROSS

Line up

  • Nickel: bass
  • Carter Kennedy: drums
  • Mark Thomas Baker: guitar, moog
  • Theo Mindell: vocals, percussion

Voto medio utenti

A quanto pare una delle tendenze del momento (e sono pronto a scommettere che sarà il nuovo trend, passata la sbornia da revival thrash) è quella di andare a recuperare le radici del metal, con formazioni che propongono un metal spiccatamente classico ed ispirato ai padri del genere. In questa direzione si muovono anche gli americani Orchid, che dopo l'EP "Through The Devil's Doorway" arrivano al traguardo del full length con questo "Capricorn", che sin dalla splendida cover lascia intendere la sua natura retrò: i fan dei Black Sabbath infatti troveranno in questo disco pane per i propri denti, visto e considerato che senza dubbio alcuno la musa ispiratrice dell'operato degli Orchid è la band di Ozzy e Tony Iommi. Basta l'opener "Eyes Behind The Wall" per capire in che direzione si muove "Capricorn", un doom metal dalle tinte classiche e sospinto da un'ispirazione che fa quasi gridare al miracolo, dove sono la voce del singer Theo Mindell (una sorta di Ozzy meno sguaiato e intonato) e il riffing di Mark Thomas Bake la vera arma vincente del gruppo. Menzione d'onore anche per il bassista Nickel, capace di dare quel tocco settantiano al disco con il suo lavoro, che alterna atmosfere doomish e fulminee cavalcate hard rock come nel caso di "Black Funeral", la malefica "He Who Wolks Alone" o "Electric Father". In generale è comunque difficile stilare una graduatoria dei brani che compongono questo "Capricorn", dal momento che gli Orchid inanellano nove brani di ottima caratura e che possono vantare grande ispirazione, dove a chiudere l'album c'è la arida e psichedelica "Albatross" nella quale è impossibile non scorgere echi di "Planet Caravan" dei Sabbath.
Sebbene questo disco farà certamente storcere il naso ai nostri lettori più esigenti ed alla ricerca di dell'originalità a tutti i costi, altrettanto sicuramemte farà la felicità degli amanti dei suoni più vintage e datati. In ogni caso riteniamo che un tuffo del passato, per rinfrescare la memoria e per tenere sempre bene in mente da dove la nostra amata musica proviene, non possa fare altro che bene, soprattutto se fatto con ispirazione e passione come nel caso degli Orchid.

Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 18 lug 2011 alle 17:27

ottimo album.

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