Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:46 min.
Etichetta:Sleaszy Rider Records

Tracklist

  1. HERE WE FALL
  2. FLY, ANGEL
  3. YOU CAN’T SPIT ON ME
  4. DELIRIUM
  5. FAREWELL
  6. NOT TOO LATE
  7. THE PROPHECY
  8. MY NAME IS FEAR
  9. EASY
  10. DAEMONS
  11. NOT TOO LATE (ACOUSTIC)
  12. FLY, ANGEL (VIDEO)

Line up

  • Michele Guaitoli: vocals
  • Marco Falanga: guitar
  • Daniele Piccolo: guitar
  • Luka Klanjscek: bass
  • Andrea Cum: drums

Voto medio utenti

Con “Rebirth” gli Overtures consolidano le loro qualità, focalizzando tecnica, coesione, songwriting, convinzione e pure “direzione”, che oggi li porta dritti dalle parti di un melodic power metal di matrice europea, sicuramente suggestivo, quantunque non straordinariamente originale.
Insomma, questo non sarà un disco che cambierà la storia della musica, ma se cercate un’opera ricca di potenza, ritmo, compattezza, melodia e buone idee, sviluppate all’interno di coordinate stilistiche piuttosto “riconoscibili”, il gruppo goriziano saprà soddisfare le vostre esigenze tramite una miscela sempre parecchio equilibrata degli ingredienti peculiari del genere, cui si aggiunge un pizzico di personalità che, se coltivata ulteriormente, potrebbe contribuire a rendere ancor più convincente, fresca e longeva la prova dei nostri. Del resto, quando si può contare sulla ragguardevole espressività vocale di Michele Guaitoli, sulle chitarre frementi e affilate di Marco Falanga e Daniele Piccolo, su una sezione ritmica solida come quella incarnata dal duo Klanjscek / Cum (la new entry con un passato negli ottimi Dagh) e se poi il tutto è adeguatamente valorizzato dalla masterizzazione di un professionista del calibro di Mika Jussila (Children of Bodom, Nightwish, Edguy, HIM, …), è altrove che bisogna recuperare le “opportunità di miglioramento” che come già anticipato interessano, almeno per quanto mi riguarda, la ricerca di una formula espositiva ancora più caratteristica, magari ampliando e integrando maggiormente all’interno del notevole standard artistico già raggiunto, quegli intriganti impulsi di hard-rock cromato abbastanza evidenti nella produzione precedente della band e oggi forse un po’ troppo sacrificati sull’altare del prode metallo classico e poweroso.
Dettagli, probabilmente, che i fedelissimi del settore subordineranno immediatamente ad un suono vibrante e ad una scrittura musicale comunque mai approssimativa, che ha in “Here we fall”, nell’intensa “Fly, angel” (presente anche in una gradevole versione video) e nelle evocative “Delirium” e “Daemons” i suoi momenti più facilmente appetibili, in “You can't spit on me” piazza un ficcante e persistente refrain e con “The prophecy” e soprattutto “Easy” offre pure qualche interessante spunto di abbozzata distinzione.
“Not too late” è un'altra circostanza degna di nota, ma se la sua trascrizione “elettrica” è soltanto piacevole, l’adattamento acustico posto a suggello dell’albo ci consente di apprezzare ancor meglio la versatile ugola di Guaitoli impegnata in una persuasiva interpretazione ad elevato coefficiente di pathos emotivo.
La conquista di una perentoria identità artistica dovrà essere l’obiettivo sfidante con cui confrontarsi e tuttavia la sensazione di un progetto prossimo al risultato davvero “importante” è prepotente e nitida … a quanto pare all’estero qualcuno si è già accorto delle loro potenzialità (la Sleaszy Rider Records che li sponsorizza è una piccola e vitale label ellenica) e voi cosa aspettate a sostenere gli Overtures?
Recensione a cura di Marco Aimasso

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