Fankaz - Slow Victims For Fast Predators

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2010
Durata:36 min.
Etichetta:Bulk Music

Tracklist

  1. INTRO
  2. AGAINST
  3. IMMOVABLE
  4. CRY OF A KINGDOM!!! YYYAAAYYY!!!
  5. ATTENTION! ATTENTION! THERE'S BLACK HOLE IN TOWN
  6. L'ULTIMO INCONTRO DI DUE GRANDI AMICI ALLE PENDICI DELLA CASCATA
  7. DON'T LOOK THE CAM WHEN YOU BROWSE THE GRASS
  8. PERSO
  9. SENZ' ANIMA
  10. AWAY FROM YOU
  11. SENZA TITOLO
  12. VIA DI QUA
  13. REVENGE

Line up

  • Riccardo Daga: Vocals, Guitars
  • Matteo Mora: Vocals, Bass
  • Alessandro Poletti: Drums
  • Christian Costazza: Vocals, Guitars

Voto medio utenti

Il quartetto tutto italiano dei Fankaz si definisce Melodic Skate Core... direi che ci stà! Anche se con mia somma soddisfazione durante l'ascolto di Slow Victims For Fast Predators, si percepiscono chiaramente molti stili differenti ma molto bene incollati tra di loro in modo da creare una bell'insieme di energie tutte convogliate in una unica direzione.
All'inizio l'album potrebbe risultarvi un pochino “extreme”... tra il punk, il trash, lo speed... ma pian piano il tutto prende una forma ben definita. Una forma modellata da suoni energici, potenti, ben definiti, registrati molto bene e mixati con sapienza. Un mix di vari sounds e stili, come dicevo prima che difficilmente potrebbero stare insieme se eseguiti da principianti.
Non disdegno il fatto che ogni tanto, qua e là, sparse per tutta la durata dell'album si percepiscono chiaramente chiare note “progressive”.
Alcune canzoni in inglese, alcune in italiano... anche qui un mix azzeccato che raramente riesce bene; anche se personalmente ho preferito i brani in italiano.
L'energia da skater non manca di certo e l'album non presenta praticamente nessun “momento buio” , nessun calo di tensione, nessuna nota negativa.
Si sente molto chiaramente che c'é una ottima produzione musicale dietro le quinte di questo divertente e veloce spettacolo.
Degni di nota i tecnici (scusate ma in questi casi la mia personalissima deformazione professionale non può restare sopita) che hanno lavorato alla realizzazione di questo disco: dalle riprese, al mix fino al mastering prestampa si capisce che una ottima professionalità serve per far emergere le già buone idee che ci sono alla sorgente.
Una piccola nota negativa? Dopo una ottima intro un inizio forse un po' troppo trash... ma la mia osservazione è solo una questione di gusti.
Piccola menzione d'onore per il brano “Senza Titolo” che mi è piaciuto molto.
In conclusione: voi che forma dareste all'energia? Io sinceramente non saprei ma, se come me siete incerti, allora chiedetelo ai Fankaz.
Recensione a cura di Guido 'Sybelius' Zerbin

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