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Info

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Anno di uscita:1989
Durata:41 min.
Etichetta:I.R.S. Records

Tracklist

  1. THE GATES OF HELL
  2. HEADLESS CROSS
  3. DEVIL AND DAIGHTER
  4. WHEN DEATH CALLS
  5. KILL IN THE SPIRIT WORLD
  6. CALL OF THE WILD
  7. BLACK MOON
  8. NIGHTWING
  9. CLOAK & DAGGER

Line up

  • Tony Martin: vocals
  • Tony Iommi: guitar
  • Laurence Cottle: bass
  • Cozy Powell: drums

Voto medio utenti

Inserito il 02 lug 2010 alle 14:59

Un grande album! Ricordo i primi ascolti notturni, le atmosfere vacue e teatrali create forse anche grazie alla produzione non proprio eccezionale. Tony Martin rende una grande prova su quest'album, ma come tutti del resto. La copertina poi esprime tutta l'atmosfera di cui il cd è intriso, the Headloss corss su tutte le altre canzoni

Inserito il 20 ott 2021 alle 14:44

Li ho conosciuti con Tyr quando avevo 15 anni e fui stregato dalle atmosfere e la voce di Martin: possibilmente con Headless Cross ancora meglio, con dei brani immortali. Due album (e non solo ovviamente) che fanno indissolubilmente parte della mia vita.

Inserito il 20 ott 2021 alle 14:50

Disco da custodire fino all'ultimo. Li vidi pure in quel tour, al mitico rolling stone. Gruppone. C'era pure Neil Murray al basso. Indimenticabile, in prima fila.. Bei tempi.

Inserito il 20 ott 2021 alle 18:45

Gran disco, che dimostra anche l'ecletticità di Tony Iommi, mai ancorato ai seventies. Ho sempre amato Headless Cross, sin dal primo ascolto. Tony Martin è impeccabile, non c'è che dire..

Inserito il 26 ott 2021 alle 11:15

Disco meraviglioso, quella iniziata con The eternal Idol fu una fase di heavy metal aggiornato ma sempre sabbathiano e pregno di atmosfere mistiche, così come fu poi con TYR e Cross Purposes. L'ugola intensa ed evocativa (ma anche tecnica) di Tony Martin era perfetta per queste sonorità. Sarà anche che mi ricordano i miei 15-20 anni ma adoro gli album con lui al microfono, e pazienza se poi non è finita col botto (FF non imprescindibile)...rimane il fatto che licenziarlo all'indomani di TYR fu una enorme cacchiata (soprattutto per un album invece retrospettivo e "regressivo" come Dehumanizer).

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