Copertina 8

Info

Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile
Etichetta:Escape Music
Distribuzione:Connecting Music

Tracklist

  1. BEAST WITHIN
  2. THESE CHAINS
  3. ALL ALONE
  4. SMALLTOWN BLUES
  5. SINCE YOU´VE BEEN GONE
  6. GOODBYE
  7. EASY COME
  8. YOU AND I
  9. THIS IS WAR
  10. FIRE AND THE FLAME

Line up

  • Matti Alfonzetti: vocals
  • Tommy Denander: guitars
  • J.K. Impera: drums
  • Mats Vassfjord: bass

Voto medio utenti

Secondo gol.
Con solo due tiri.
A un anno di distanza l’uno dall’altro.

Ecco, questa volta una gita tra i top album agli Impera non gliela toglie nessuno.

Ragazzi miei, che grande band. Un gruppo da amare, autore di un hard rock melodico moderno e davvero ben fatto, che si conferma a livelli altissimi dopo un debutto già sorprendente.

Si parte con Beast Within, il suo ritornello da applausi e le sue strofe forse fin troppo moderne, ma ideali per un’apripista che probabilmente potrebbe anche rappresentare un singolo da diffondere. These Chains è favolosa, col suo incedere ritmato che porta a un’apertura nel refrain quasi AOR, prima che un solo incredibile e un finale incalzante arrivino a mettere la parola “fine” su una perla di rara bellezza. Altro riff tosto per All Alone, in cui il pre-chorus rimane tra gli highlights del disco, mentre con Smalltown Blues ci si avvicina delicatamente ai Whitesnake senza far troppo rimpiangere i padri nobili dell’hard blues. Con un nome quantomeno altisonante arriva la ballad, una Since You’ve Been Gone non clamorosa ma sicuramente piacevole, seguita dall’unico filler Goodbye.
Easy Come ci porta diretti negli anni ’80 e nel gusto melodico di quel periodo, prima che l’AOR di You & I arrivi a sancire definitivamente la classe cristallina degli Impera. Chiudono i ritmi orientaleggianti di Fire And The Flame e l’hard rock cadenzato di This Is War.

Una voce dalla timbrica interessantissima e tecnicamente perfetta, unita a una classe strumentale davvero di prim’ordine completano il quadro di un album sicuramente da avere, scritto da una band che non ha paura, pur mantenendo una forte identità, di spaziare tra sottogeneri diversi.

Sarà un disco longevo?
Bah, ma che domanda è adesso? Chi sono io, Nostradamus?
No, sono solo uno che ama l’hard rock fatto come si deve.
E quindi uno che vuole tanto bene a dischi così.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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