Copertina 7

Info

Anno di uscita:2009
Durata:30 min.
Etichetta:Elevator Records
Distribuzione:Jestrai

Tracklist

  1. BABEL
  2. THE RIGHT VALUE OF THINGS
  3. COLD SUN
  4. FADE
  5. I BURN INSIDE
  6. FORGIVE ME
  7. STILL I WONDER
  8. AFGHAN WINDS
  9. WISHING PEACE (ACOUSTIC VERSION)
  10. STRANGER (ACOUSTIC VERSION)

Line up

  • Luca Schillaci: vocals, guitar, drums
  • Gaetano Guasto: guitars, bass
  • Carmelo De Marco: bass
  • Calogero Intorre: bass
  • Marco Catodici: drums

Voto medio utenti

Can you feel my love buzz? Cantavano i Nirvana qualche tempo fa (e prima di loro lo facevano i popsters psichedelici olandesi Shocking Blue), e sono certo che la risposta non potrà che essere affermativa se vorrete abbandonarvi alla musica contenuta in “A sign on my skin”, il disco di questa band siciliana che verosimilmente “ruba” il titolo di quella canzone per il suo monicker.
Impossibile, infatti, non sentire la notevole dose di rabbiosa passione e di inquieta forza espressiva che scaturisce da questi solchi, congeniati con quello spirito autentico e vitale che vorremmo sempre percepire nei prodotti dedicati al rock alternativo.
Perché è di questo che si tratta, di un suono che attinge dal grunge, dal crossover e pure dal nu-metal, arricchendoli con fugaci bagliori di hardcore vagamente “emotivo”, ma lo fa con un’intensità e una profondità melodica che solca i generi ed è in grado di assalire i sensi anche del più smaliziato (e magari ormai pure un po’ “debilitato” dall’abbondanza d’offerte) degli appassionati di questo inflazionato ambito musicale.
E’ proprio quest’approccio “adulto” alla materia, dove spesso ogni cosa - anche la struttura interpretativa apparentemente più “codificata” - trova il giusto spazio, a rendere le canzoni dei Love Buzz momenti di notevole coinvolgimento, che raggiunge il suo apice in titoli come “Babel”, “The right value of things”, “Cold sun”, “I burn inside” e “Forgive me” (davvero avvincente), laddove “Wishing peace” e “Stranger” mettono alla prova la capacità emozionali dei nostri di fronte alla “insidiosa semplicità” di un contesto sonoro esclusivamente acustico, fornendo buone sensazioni complessive.
Non tutto è ancora perfetto, poiché la sostanza di cui è fatta l’anima del gruppo a volte fa un po’ di fatica a divenire la forma migliore per poter essere adeguatamente assorbita e queste piccole fragilità non fanno altro che indurmi a cercare di convincervi nel sostenere un gruppo che merita sicuramente di essere apprezzato fin da subito e che anche grazie a questo supporto, potrà crescere ulteriormente.
Parafrasando questa volta uno dei pezzi dei Love Buzz, e parlando de il giusto valore delle cose credo si possa concludere questa breve disamina giudicando “A sign on my skin” come un lavoro in cui confluiscono immediato spessore artistico e potenziale per il futuro.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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