Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:57 min.
Etichetta:Ulftone
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. SHITKICKER
  2. TRAIN
  3. CAN’T THROW STONES
  4. DOG WILL HUNT
  5. GLAD IT’S OVER
  6. BLAME IT ON THE BOOZE
  7. MOTORS DOWN
  8. SWALLOW MY PRIDE
  9. CAN’T STOP THE RAIN
  10. I KEEP DRINKIN’ (YOU’RE STILL UGLY)
  11. HEAR ME HOWLIN’
  12. BULLSHIT! (GODDAMMIT)
  13. A NEW EVIL

Line up

  • Steve Theado: guitar, vocals
  • Michael Hannon: vocals, bass
  • Keith Pickens: drums

Voto medio utenti

Una bandiera confederata, due fucili della Guerra Civile Americana, un’aquila con le ali spiegate, chissàmai che musica faranno questi American Dog....? Indovinato! Southern rock. Anzi, southern metal, visto che il loro stile si avvicina più a quello dei Molly Hatchet che alla tradizione dei Lynyrd Skynyrd. Ma si tratta di sfumature. Ciò che conta è ritrovare una formazione di vero stampo sudista, cruda e chiassosa, che rinuncia in partenza a velleità radiofoniche pensando solo a fare heavy rock al massimo volume. Nettamente superiori alle bands ascoltate di recente, tipo The Regulators o Southern Rock Allstars, proprio perché fedeli al Southern senza compromessi, se la giocano con gli Svedesi Backdraft per il ruolo di migliori emergenti del settore. Il loro album è un turbine di energia e fragore metallico, tra riffs quadrati alla Ac/Dc (“Can’t throw stones”,”Motors down”), minacciosi scintillii di slide (“Train”), rock’n’roll sporchi e alcolici (“Blame it on the booze”), aggressioni metal (“Shitkicker”,”Swallow my pride”), perfino uno slow per nulla banale come prova che anche i redneck hanno un cuore (“Can’t stop the rain”).
Protagonista assoluta la lead di Theado, che satura i brani con un orgia di assoli furiosi e lancinanti, fino al tripudio della “Fall of the Peacemakers” degli American Dog che prende il titolo di “Glad it’s over”, lento inizio elettroacustico, aumento della tensione drammatica, esplosione del solismo sfrenato. Sei minuti che se non vi emozionano, dimostrano che siete negati per il southern. L’unica perplessità nasce dalle vocals talvolta sforzate per arrocchirsi in un timbro più grezzo, e non sempre la cosa riesce bene. Ma con un paio di casse di whiskey per il prossimo disco sarà tutto a posto. Anche “Bullshit” lascia un po’ a desiderare, equivalente sudista delle canzonette da osteria, eseguita in evidente stato di ebrezza. Sarebbe stato un finale non all’altezza di questo notevole cd, infatti la vera chiusura è affidata alla bonus-track “A new evil”, gran pezzo di hard rock metà notturno e metà accellerato e muscolare. La classica canzone che invoglia a ricominciare l’ascolto dall’inizio.
Il trio di Columbus non vuole inventare niente di nuovo, ed è proprio questa la loro grande forza. Era tempo che qualcuno proponesse un “Flirtin’with disaster” contemporaneo, e questo gruppo c’è riuscito, finalmente!
Alla conclusione della fucilata Motorhediana “Hear me howlin” non mi resta che lucidare di nuovo lo Stetson e seguire le parole degli American Dog: “Don’t wanna hear our Rock is dead…our storm is blowin’through your town…”

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