Death SS, un nome che aldilà dell'aspetto puramente musicale ha sempre portato dietro di sè una scia di mistero, una fama talvolta non lusinghiera, leggende metropolitane e quant'altro. In questo
"Il negromante del rock", libro edito dalla
Crac Edizioni e scritto a quattro mani dal
Steve Sylvester in collaborazione con il noto giornalista metal
Gianni Della Cioppa, è lo stesso Steve a fornire le risposte a tutti gli interrogativi circa la veridicità delle leggende e degli aneddoti sinistri che da sempre hanno circondato la sua creatura, dopo anni di interviste in cui molto spesso l'argomento veniva trattato.
In questo libro vengono ripercorse le origini dei Death SS, partendo dall'infanzia di Stefano Silvestri, una ragazzo decisamente fuori dagli schemi che ben presto fece parlare di sè e si conquistò una fama poco lusinghiera nella sua città natale
Pesaro: Steve parla quindi del suo amore per il cinema horror ed i film naziporno, i fumetti e per i gruppi musicali che per primi lo hanno influenzato e spinto a formare la sua personale band, studiata fin dal principio in tutti i suoi dettagli. Poi l'avvicinamento al mondo dell'esoterismo, l'incontro con il
Mago di Orciano, personaggio che disse al giovane Silvestri le profetiche parole
"Ogni tuo operato magico sarà fatto in morte di Stefano Silvestri" e le descrizioni, talvolta meticolose, dei rituali orgiastici e di magia che il giovane negromante praticava nella propria sala prove, previa razzia di reperti funerari nei cimiteri locali.
"Il negromante del rock" rappresenta in maniera fedele ed in modo molto esaustivo l'epopea della band, che per Steve Sylvester ha da sempre rappresentato qualcosa di più: la sua volontà infatti era quella di coinvolgere nel progetto altre persone come lui interessate nella magia nera e nell'esoterismo. Purtroppo molti dei ragazzi che si avvicinavano alla band, attirati in prima battuta dalla curiosità e dalla voglia di trasgredire, facevano alla fine marcia indietro. Poi l'incontro con
Paul Chain, all'anagrafe Paolo Catena, e la decisione che solamente loro due sarebbero stati l'anima della band e la conseguente necessità di assoldare dei musicisti turnisti, il racconto dei primi concerti con risse e lancio di vermi e interiora di animali lasciate putrefarre al sole e la conseguente fama che i Death SS si guadagnarono sul campo.
Il racconto tuttavia, contrariamente a quanto sarebbe lecito aspettarsi, non copre la storia del gruppo fino ai giorni nostri ma si ferma al 1982, anno in cui i Death SS si sciolsero, anche se per un breve periodo il chitarrista Paul Chain continuò ad usare il monicker con un altro cantante...lasciamo a voi la sopresa di scoprire come è finita!
La lettura de
"Il Negromante del rock" è molto scorrevole ed accattivante, arricchita da molte foto d'epoca ed interviste ai membri storici dei
Death SS raccolte negli anni dal fan club del gruppo pesarese. Una lettura appassionante e ricca di aneddoti in pieno stile Steve Sylvester, capaci di attirarvi in un vortice nero di morbosa curiosità che vi farà divorare letteralmente questo libro. Ma al di là di questo si tratta di un interessante spaccato della scena musicale italiana degli anni '70-80, con tutte le sue difficoltà date dalla chiusura mentale di pubblico e critica, restii a capire e dare risonanza ad una concezione visuale e musicale così forte, trasgressiva ed innovativa come quella di Steve Sylvester e dei Death SS.
Una lettura che consigliamo ai fan della band ma in generale a tutti i metallari italiani, i quali potranno così capire la genesi, le vicissitudini e gli abissi che hanno segnato la vita dei
Death SS.