Burning Minds Music Group: una nuova casa per il Rock n’ Roll!

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Pubblicato il:11/10/2017

4 Record Labels, 2 Departments, 7 Specialized Partners, 1 Music Group … questo il risultato finale dell’esplicativo counter visibile sul sito web del Burning Minds Music Group, un nuovo network musicale italiano nato dall’esperienza e dalla competenza della Atomic Stuff, da tempo impegnata con profitto nella valorizzazione e nella promozione del rockrama underground.
Una “nascita” importante, da accogliere con entusiasmo e che s’inserisce nel costante processo di crescita artistico/professionale della nostra “scena”, ormai ben lontana dalle manifestazioni spesso “artigianali” del passato.
Doveroso, quindi, approfondire come merita l’intera questione con uno degli artefici principali di questo ambizioso progetto, Stefano Gottardi (che, tra l’altro, è anche un valente e stimato “collega” …), graditissimo ospite delle nostre pagine virtuali.

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Ciao Stefano, benvenuto su Metal.it e grazie per aver accettato di ragguagliarci, innanzi tutto, sulla nascita di Burning Minds Music Group, un network musicale e discografico abbastanza “inedito” nel panorama italiano … raccontaci com’è nata questa interessantissima e ambiziosa iniziativa, quali sono i servizi offerti e gli obiettivi che si prefigge …
Ciao Marco, apparire sulle pagine della gloriosa webzine Metal.it è un vero piacere per me! Burning Minds Music Group nasce dalla collaborazione mia e del mio socio Oscar Burato con una terza persona, che al momento non vuole essere rivelata pubblicamente, ma che colgo l'occasione per ringraziare per il suo prezioso e costante contributo alla causa. La somma delle nostre esperienze “sul campo” e dei contatti accumulati nel corso del tempo hanno portato alla costituzione del Music Group, che dopo quasi un anno di lavoro sottotraccia è oggi un'entità concreta, raggiungibile attraverso il sito internet http://www.burningmindsgroup.com e al servizio di tutte quelle band che riteniamo meritevoli di entrare a farne parte. L'idea di base era di riunire una serie di professionisti del settore sotto un unico tetto, e di poter fornire ai gruppi un aiuto reale, costante e di grande competenza. Grazie al lavoro dei vari partner, siamo oggi in grado di offrire registrazione e servizi di studio (mix, editing e mastering), agenzia di promozione, grafica/artwork, servizio fotografico, riprese video, web design e implementazione, e controllo della grammatica inglese delle canzoni, il tutto a prezzi decisamente interessanti. Ovviamente, continuiamo a essere anche un'etichetta discografica e a svolgere anche quel tipo di lavoro, e siamo costantemente impegnati nella ricerca di album che possano avere una loro collocazione nel mercato. Insomma, che sia una giovane band alla prima esperienza o una realtà già più consolidata all'interno del panorama musicale quella che s’imbatte in noi, Burning Minds è sempre in grado di indirizzarla verso un professionista affidabile con cui lavorare nel miglior modo possibile al proprio disco.
Due etichette già note (Street Symphonies Records e Logic Il Logic Records) e due nuove (Art Of Melody Music e Sneakout Records) rappresentano il comparto discografico del network … come sono strutturati i team di lavoro delle diverse etichette e come vengono selezionate le band da patrocinare?
In questo momento siamo in tre a valutare le band, sia quelle che si propongono che quelle che quotidianamente cerchiamo tramite un'attenta e precisa attività di scouting. Esistono però tutta una serie di collaborazioni, interne al Music Group, che hanno permesso di estendere la lista di persone coinvolte nella realizzazione di un disco di qualche ulteriore unità, oltre alla presenza di alcuni collaboratori storici che non hanno mai smesso di aiutare me e Oscar in questi anni, e che ringrazio per la passione e costante dedizione alla causa. Abbiamo creato Sneakout Records per dare spazio ai gruppi emergenti, giovani o al primo lavoro, o comunque al primo disco importante. Ci tengo a precisare che anche la pubblicazione dei lavori di queste band è frutto di un'attenta riflessione da parte nostra: il mercato è già ampiamente inflazionato, se proprio devono circolare dei dischi di bassa qualità, non vogliamo assolutamente essere complici di questa brutta e dannosa tendenza. Quantomeno noi ce la mettiamo tutta, poi è sempre il giudizio degli ascoltatori a premiarci quando lo meritiamo e a tirarci le orecchie quando serve. Gli altri tre marchi discografici sono divisi per stili musicali: il rock/hard rock per Street Symphonies, il metal e affini per Logic Il Logic e l'AOR/melodic rock per la neonata Art Of Melody Music. Con loro cerchiamo prodotti che possano avere mercato e che tengano alto il nome del Music Group in Italia, dove siamo distribuiti da un'altra giovane e promettente realtà come Sound Trek Distributions, Giappone, dove collaboriamo attivamente con l'ottima AnderStein Music e resto del mondo, curato da Plastic Head, un distributore storico e talmente importante da non aver bisogno di presentazioni.

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Per ragioni “affettive” sono particolarmente incuriosito dalla Art Of Melody Music … una “scommessa”, forse, anche se oggi la credibilità italica in campo AOR è sicuramente aumentata molto … perché avete sentito l’esigenza di creare una label specializzata in questo genere, comunque, sempre abbastanza di “nicchia”?
Io e Oscar abbiamo fondato il nostro primo marchio discografico, Street Symphonies, nel 2008, seguito a ruota da Logic Il Logic. Dopo un po' di anni passati nel business occupandoci perlopiù di glam/sleaze e metal, lo scorso anno con Street Symphonies abbiamo avuto l'opportunità d ristampare “Shining Line”, che ritenevamo uno dei migliori prodotti in campo melodico, anzi, diamo a Cesare quel che è di Cesare: quel disco nel 2010 ha dato il “la” al proliferare della scena tricolore, oggi ben rappresentata da band e progetti stimati in tutto il mondo come Room Experience, Hungryheart, Lionville, Wheels Of Fire, Soul Seller e molti altri. Sulla scia di quella ristampa, abbiamo poi pubblicato a ruota l'esordio di Daniel Gazzoli Project e di Viana, album che vantava la presenza di nomi come Alessandro Del Vecchio, Anna Portalupi e Alessandro Mori, gente che al genere dà del tu e capace di ottenere grandissimi risultati ormai da parecchi anni. I buoni riscontri in termini di recensioni e di vendite di questi lavori ci ha fatto pensare alla creazione di Art Of Melody Music, un contenitore meno dispersivo e dedicato a queste sonorità. Ci tengo a precisare che non si è trattato però soltanto di un'operazione commerciale: ci piace questa musica, se poteste vedere nel caos della scrivania del mio ufficio quanti CD di questo tipo ci sono in questo momento, sicuramente se avete gli stessi gusti vi si stamperebbe un bel sorriso in faccia ...
Il primo “parto” della Art Of Melody Music sono stati gli eccellenti Airbound … come li avete scelti e quali saranno i prossimi nomi patrocinati dal marchio?
Gli Airbound, che quando abbiamo conosciuto lo scorso inverno, non si chiamavano nemmeno così, ci sono stati suggeriti da più parti, da alcune persone fidate. La scia positiva lasciata dalle ultime pubblicazioni targate Street Symphonies di cui parlavo prima, ha portato questi ragazzi sulla nostra strada. Avevano un album già pronto, ma non eravamo soddisfatti della qualità dei suoni: Oscar, che gestisce il nostro studio di registrazione Atomic Stuff Recording Studio, ha chiesto a Pierpaolo Monti, mastermind del progetto Shining Line, di lavorare con lui e con i ragazzi e ha praticamente cambiato faccia al disco. Onestamente credo che Pierpaolo in fase di arrangiamenti e Oscar di produzione, abbiano fatto un lavoro sopraffino, considerato che non hanno messo mano al lavoro da subito, ma sono intervenuti a cose già fatte. Ora il disco è finalmente fuori in Europa e resto del mondo, e in Ottobre godrà persino di una pubblicazione dedicata in Giappone, con tanto di bonus track. I primi responsi sono più che buoni, le recensioni sono davvero esaltanti e il disco sembra interessare ai fan del genere.
La prossima uscita avverrà a Novembre: la band si chiama Mindfeels, e come il nome lascia forse intuire, il loro sound omaggia i Toto di “Mindfields”, senza esserne un clone. Anche loro usciranno in Giappone: un bel traguardo per noi e una bella soddisfazione per i gruppi! La terza uscita... be'... al momento posso solo dire che stiamo lavorando a qualcosa di davvero interessante, speriamo di poter dare qualche notizia a riguardo al più presto!

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Direi a questo punto di anticiparci anche le prossime mosse di Sneakout Records, e poi anche di Street Symphonies Records e Logic Il Logic Records nella “nuova” configurazione ...
Il 27 Ottobre la prima band a battezzare il nuovo marchio Sneakout Records saranno i Poisonheart e sono particolarmente contento di questo: prima di tutto perché sono bresciani, come noi, anche se io lo sono solo d'adozione, e in seconda battuta perché li conosco da molti anni, sono dei bravi ragazzi e hanno fatto passi da gigante in termini di sound e personalità. Li ha registrati Oscar, contribuendo anche a forgiare il loro nuovo sound, che al classico hard rock del Sunset Strip dei tempi d'oro mischia ora una vena oscura alla The Cult / The 69 Eyes. Non abbiamo ancora ufficialmente annunciato i prossimi gruppi Sneakout Records, posso però dirti in esclusiva che saranno due entro la fine dell'anno e che in qualche maniera riprenderanno i canoni della prima: una più hard rock e una dai riflessi un po' più dark.

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Street Symphonies Records ha due uscite in programma nei prossimi mesi: il disco solista di Enrico Sarzi, storica voce dei Midnite Sun e il debut degli svedesi Aerodyne. Anche in questo caso sono molto felice perché Enrico, oltre ad essere un cantante eccezionale, è un amico e nella sua band suonano anche Cristiano Vicini, Marco Nicoli e Alessandro Mori, tre persone a cui voglio bene e a cui mi legano parecchi ricordi legati ai Midnite Sun in cui hanno suonato per tanto tempo e di cui mi sono sempre considerato un grande fan. L'album mischia le influenze del suo autore, l'hard rock degli anni Settanta, quello più patinato degli Ottanta e il grunge dei Novanta e lo fa dannatamente bene. Gli Aerodyne sono un giovane gruppo svedese dedito a sonorità più vicine alla filosofia della vecchia Street Symphonies, quindi a certo glam/sleaze di qualità, anche se so che ai ragazzi questa etichetta non piace granché. Il loro esordio è un concentrato di potenza e melodia, con alcuni picchi davvero notevoli: presto uscirà il primo singolo e credo proprio che sarà un ottimo biglietto da visita.

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La prossima release targata Logic Il Logic è una piacevole consuetudine, il quarto lavoro dei SuperhorrorHit Mania Death”. I Superhorrorfuck, come si chiamavano in precedenza, sono stati la prima band prodotta da Logic e questo è il loro terzo lavoro a uscire per noi, quarto se considerassimo anche “Rock N Roll Brotherhood” di Edward Janine Freak e Mr. Four. Che dire? Sono come dei fratellini minori per me, non posso che parlare bene di loro, ma se devo esprimermi in termini un po' più professionali posso dire che il nuovo album è un lavoro maturo, eclettico e divertente, senza dubbio quello più sperimentale e strano della loro ormai ultra decennale storia. Insomma, sono orgoglioso e molto soddisfatto delle nostre prossime pubblicazioni ...
Con la Atomic Stuff sono ormai parecchi anni che ti occupi di promozione e sostegno al rockrama underground … ti chiedo quindi, dal tuo punto di vista “privilegiato”, di esprimere un giudizio sull’attuale stato di salute della “scena” …
Francamente, sulla scena estera ero molto più informato quando stavo dalla tua parte e facevo soltanto il recensore, cosa che non ho mai smesso di fare, pur rallentando parecchio la mia produttività nel corso degli anni a causa del lavoro in etichetta. Ovviamente ogni giorno sento un sacco di dischi che le band ci propongono, e molti sono italiani; devo dire che la quantità non manca mai e spesso la qualità c'è, ma non in tutti i settori. Mi spiego meglio: in Italia siamo diventati bravi a produrre, nel livello medio dei demo - se ancora così possiamo chiamarli - c'è un abisso anche solo rispetto a quindici anni fa. Purtroppo, la cura dei particolari viene spesso tralasciata: ancora tante, troppe, band non prestano attenzione al loro inglese, alcune non si curano di quest’aspetto nemmeno se gli viene fatto notare, ritenendolo inutile o comunque non molto importante. Questo è invece il primo degli errori, a mio giudizio, il motivo per cui non siamo mai riusciti a colmare il gap con altri paesi, anche non necessariamente anglofoni, ma più attenti ai dettagli di noi. Non faccio di tutta l'erba un fascio, sia chiaro, c'è del buonissimo materiale made in Italy che non aspetta altro che qualcuno gli dia una chance. Noi, in caso, ci siamo ...

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Il live è ancora, pur con tutte le difficoltà del caso, una buona opportunità per i gruppi emergenti di farsi conoscere? Assisteremo mai a un Burning Minds Music Festival?
Non mi addentro nel discorso “live” in Italia perché rischierei di dilungarmi inutilmente; la situazione la conosciamo tutti: basta andare a una qualsiasi serata underground per rendersi conto che le cose non funzionano più. Sarà per colpa della crisi, o per lo scarso ricambio generazionale, ma gli appuntamenti dedicati alla musica inedita sono spesso e volentieri deserti. Con queste prospettive, la voglia di organizzare qualcosa viene meno. Non escludo tuttavia che, laddove dovessero crearsi le condizioni ideali per mettere in piedi una cosa interessante, potremmo seriamente pensare a un festival con le nostre band. È un'ipotesi al momento scarsamente realizzabile, ma non da escludere del tutto.
Inutile nasconderlo … il mercato attuale è in crisi e in piena stagflazione: tante uscite, pochi acquisti e una “certa” superficialità nel pubblico … cosa vi spinge a “crederci” ancora?
La botta in testa che abbiamo preso in gioventù, non una botta vera, ma quella che al posto di un bernoccolo ci ha lasciato in eredità l'amore per la musica. Un amore a volte altrettanto doloroso, specie quando capita di guardare il conto in banca. Non siamo degli sprovveduti: non si rimane in piedi per quasi dieci anni senza un minimo di cervello e di organizzazione, ma ammetto che far quadrare i conti è davvero dura. Nei progetti a cui stiamo lavorando per il 2018 saranno coinvolti nomi un po' più grandi, dal maggiore appeal sul pubblico: non smetteremo di pescare talenti nell'underground, ma allo stesso modo c'è da parte nostra la voglia di crescere come etichetta e di pubblicare dischi che suscitino interesse e facciano scattare qualche scintilla, qualche botta in testa come quella che abbiamo preso noi, magari anche a qualche giovane là fuori. Siamo ambiziosi e non smettiamo di sperare che qualcuno ripercorra i nostri passi e tenga vivo e alimentato l'ardore e la passione per quella cosa meravigliosa chiamata musica anche negli anni a venire. Detto questo, per fortuna esiste ancora la vecchia guardia, quelli che non hanno mai smesso di comprare dischi: senza di loro probabilmente a quest'ora anziché essere qui a rispondere a queste domande sarei al bar a guardare gli annunci di lavoro sul giornale ...
Ora proviamo a esplorare i tuoi gusti come “semplice” ascoltatore … dicci i tre dischi fondamentali della tua collezione …
Essendo un disordinato per natura, la mia collezione è al momento di difficile quantificazione numerica, ma posso garantire che consta di un cospicuo numero di dischi che vanno dal rock melodico al metal classico/power: è in questa frangia di stili che possiamo collocare i miei gusti, con una particolare propensione verso l'hard rock. Dovendo cimentarmi nell'ardua impresa di indicare solo tre dischi, così di getto per primo direi “Permanent Vacation” degli Aersomith, uno dei primi album in cassetta che ho acquistato con i miei soldi da ragazzo e che mi ha fatto venire la voglia di scoprire anche altre band meno famose. Un altro disco che ritengo di fondamentale importanza nel mio percorso di formazione, anche se uscito quando ero già grandicello, è “Rest In Sleaze” dei Crashdïet, un album che ha influenzato in qualche maniera me e Oscar e contribuito a farci venire voglia di fondare Street Symphonies nel 2008, e che qualche anno dopo abbiamo omaggiato con un CD tributo realizzato da varie band del settore. Poi dovendo scegliere un terzo disco soltanto fra quelli che mi piacciono dovrei davvero spremermi le meningi perché ce ne sono tanti: in questo momento direi “Double Eclipse” degli Hardline, un platter che trovo fantastico e che mi emoziona ogni volta che mi capita di riascoltare. Avrei preferito che i dischi fossero 300, ma forse ci avrei messo un po' troppo a rispondere!
Concludiamo rinnovando i ringraziamenti, esortandovi a “continuare così” e concedendoti le ultime parole dell’intervista …
Sono io che devo ringraziare te per questo spazio e per averci dato voce. Un saluto ai lettori e a tutte quelle persone che hanno la nostra stessa fortuna, quella di amare il rock e l'heavy metal, e tutta la buona musica in generale: non smettete mai, godetevi al massimo questa passione e alzate le corna al cielo fino all'ultimo dei vostri giorni, fino all'ultimo respiro! Qualcuno si ricorderà di voi. Rock On!

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Articolo a cura di Marco Aimasso

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