Copertina 7

Info

Anno di uscita:2008
Durata:52 min.
Etichetta:SPV

Tracklist

  1. HIDING MEMORIES FROM THE SUN
  2. STIGMATA RAIN
  3. (YOU THINK YOU´RE) RADICAL
  4. THE SHIELD
  5. CREEP
  6. HERE I STAND
  7. I KEEP MY EYES SHUT
  8. HERO & CONQUEROR
  9. LIES
  10. SOMETIMES
  11. YOUR HELL IS HERE
  12. I CAN´T REMEMBER

Line up

  • Sven Friedrich: vocals, all instruments

Voto medio utenti

Che il buon vecchio Cory si sia rincoglionito? Che si sia stufato del death metal e del grindcore e, resosi conto che sono i generi più scacciafiga, abbia deciso di puntare su un genere in grado di fargli perlomeno avvicinare un qualsiasi esemplare di sesso femminile? Che abbia dismesso pantaloni mimetici e t shirt dei Brujeria per puntare su pantaloni di cotone di Armani e camicia in lino D&G? Mi piacerebbe, ma purtroppo non è così. E così, tra i cd dei The Rotted e dei Pyorrhoea, ecco che mi sono fatto affibbiare dal buon Grazioli questo disco dei Solar Fake, che propongono con "Broken Grid" un album interamente votato alla musica elettronica. Questo progetto nasce in Germania dalla volontà di Sven Friedrich, cantante del gruppo gothic rock Zeraphine, di proporre un disco interamente dedicato a queste sonorità, in grado di abbracciare diversi stili, quali l'EBM, electro-pop ottantiano o anche ambiti più vicini all'industrial. Impossibile non notare l'influenza dei Depeche Mode, in primis nello stile canoro di Sven che ricorda da vicino il cantato di Dave Gahan, con il suo timbro caldo ed avvolgente, ma anche per quel che riguarda i pezzi, in grado di coniugare parti elettroniche e talvolta danzerecce ad elementi più rock. Le basi elettroniche che costituiscono il tappeto di ogni pezzo sono potenti e spesso martellanti, ma non sempre, come nella depechemodiana opener "Hiding Memories From The Sun" in cui si coglie un certo gusto synth-rock/pop ottantiano. Da segnalare anche la coveri di "Creep" dei Radiohead, resa in un'interessante versione simil-industrial, ad ulteriore dimostrazione dell'eterogeneità di questo progetto. Il risultato del lavoro di Sven è gradevole, anche se lontano mille miglia dagli ascolti abituali del metallaro medio. Tuttavia, coloro che amano sporcarsi le mani con queste sonorità elettroniche potrebbero passare 50 minuti piacevoli, staccando le orecchie dalle solite band, mentre i puristi del metal più incontaminato farebbero bene a stare alla larga dai Solar Fake per evitare di rovinarsi il fegato.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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