Yak - Iron Flavoured Candies

Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:41 min.
Etichetta:OTO Records
Distribuzione:Aural Music

Tracklist

  1. WHEN YOU'LL REALIZE THAT THE SUN WILL RISE UP BEING A BLACK HOLE
  2. Y.A.K.
  3. INSECTS EAT YOUR CAR
  4. SNUFF IN COPACABANA
  5. DEATH! I'M ON YOUR SIDE
  6. REBUS (1,2,3,4,5)
  7. MY GOD
  8. G3M2
  9. JACK IS BACK
  10. SQUALO
  11. PERFECT SOCIETY

Line up

  • Lion: vocals
  • Scania: guitars
  • Lo Slavo: bass
  • Mhdm: samplers
  • Sutcha: drums

Voto medio utenti

Gli Yak vengono dalla Lomellina, e ci tengono a sottolinearlo vivamente. Con già all’attivo un album nel 2004, “You Can See The Sun”, mettono fuori il loro secondo full-lenght, il qui presente “Iron Flavoured Candies”, annunciato da una presentazione molto invitante.
In effetti leggendo l’info sheet allegato al disco, la curiosità assale, visto che viene descritto come qualcosa di assolutamente fuori dagli schemi e per ciò valido, con tanto di paroloni e paragoni con bands/artisti/opere letterarie/cinematografiche di rango.
Poi si preme il tasto play del lettore…e si rimane delusi!
Siamo nell’ambito del cosiddetto postcore, che, come genere, qui viene semplicemente travisato. Mi spiego. I connotati propri del genere sono un sound che partendo dall’hardcore, lo arricchisce di una serie di elementi, i più disparati tra loro, al fine di creare un sound del tutto fuori dagli schemi, innovativo, ma comunque finalizzato alla teleologia ultima del genere, ovvero spaccare i culi.
Tutto ciò è racchiuso, ad esempio, in “Calculating Infinity” dei Dillinger Escape Plan.
Gli Yak invece sembra che abbiano dimenticato la teleologia di cui sopra, e si limitino a cercare solo di infarcire il proprio sound di elementi astrusi e, comunque, poco funzionali all’economia di un disco che non dovrebbe spaccare i culi, e che invece non fa male, se si eccettuano pochi momenti veramente intensi.
Il risultato sembra un’accozzaglia di idee messe su per stupire, puro onanismo musicale, senza alcuno scopo. E su questo ultimo aspetto anche ci sarebbe da ridire, visto che comunque siamo sempre nell’ambito del già sentito, sia che si parli di inserti jazz, funk, elettronici e via dicendo.
Non voglio buttare la croce addosso agli Yak, i quali pure hanno qualità tecniche notevoli, ma che quasi mai sono poste al servizio del sound.
Certo, canzoni come “Insects Eat Your Car” sono decisamente carine, ma ci sarà un motivo se alle fine di “Calculating Infinity” mi faceva male il cervello, mentre alla fine di “Iron Flavoured Candies” mi fanno male le palle?
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.