Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:45 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. YOU CAN'T SAVE ME
  2. MISUNDERSTOOD
  3. FEAR
  4. THE SHADOW
  5. DOIN' WHAT THE DEVIL SAYS TO DO
  6. TILL YOU PUT ME DOWN
  7. SACRED GROUND
  8. YOUR LIES
  9. LIVING IN BLISS
  10. MY ANGEL

Line up

  • Richie Kotzen: all vocals & instruments

Voto medio utenti

Ne è passata d’acqua sotto i ponti da quando il buon Richie debuttava con la Shrapnel Records di Mike Varney, come un guitar hero “qualsiasi”.
Oddio, proprio qualsiasi no, vista la tecnica e, tutto sommato, il feeling che già il diciottenne Richie aveva saputo infondere a quel pregevole debutto.
Da lì in avanti, moltissime produzioni discografiche, sviluppate in proprio o all’interno di formazioni illustri (Poison, Mr. Big), che hanno visto maturare il musicista americano in maniera assai significativa, con una “fame” creativa e una voglia di affrontare sempre nuove sfide abbastanza “inusuale” per la strana razza degli “eroi della chitarra”.
“Into the black”, dove il nostro si cimenta in tutti gli strumenti, nelle parti vocali, nella composizione e nella produzione, è la sua nuova “scommessa” personale edita dalla nostrana Frontiers, in cui il rock e il pop imbevuti di lirismo blues n’ soul diventano lo sfondo ideale per proiettare le proprie angosce, i rancori e le disillusioni, creando delle istantanee d’introspezione intense ma anche semplici e dirette, in una sorta di “confessione” catartica che non ha bisogno di aridi virtuosismi per esprimere il suo notevole valore passionale.
Sensibile ed espressivo con la sua sei corde, Kotzen riesce ad esserlo pure con la sua voce (talvolta dalle inflessioni vagamente Cornell-iane, e mi sa tanto che i fans di Audioslave, Soundgarden e Temple Of The Dog, troveranno taluni motivi d’interesse anche in questo Cd!) che riesce a “scavarti” l’anima con la drammaticità dell'interpretazione, ed è sufficiente ascoltare il crescendo emotivo di “You can’t save me”, il pathos di “Misunderstood” e “Fear”, l’ardore soulful di “Doin’ what the devil says to do” e “Till you put me down” o ancora il pulsante blues elettrico che alimenta “Your lies”, per ritrovarsi inevitabilmente il corpo e la mente percorsi da brividi di benefica adrenalina.
A breve distanza, in un’eventuale classifica di merito del Cd, troviamo l’urgenza di “Sacred ground” e le maggiormente radio-friendly “The shadow” e “My angel”, mentre l’umore roosty e acustico di “Living in bliss” si colloca in fondo alla suddetta graduatoria a causa di un’ispirazione un po’ carente e anonima.
Entrate con fiducia “nell’oscurità” insieme a Richie Kotzen; si tratta sicuramente di un’esperienza che non potrà che fare del gran bene al Vostro spirito.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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