Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2006
Durata:56 min.
Etichetta:Militia Templi

Tracklist

  1. MOTS D'UN HÉRÉTIQUE
  2. WHAT MAGIC IS, WHAT ARE THE PARTS THEREOF, AND HOW THE PROFESSORS THEREOF
  3. IN LODE DE L'ASINO
  4. LIVELLUS VENERIS NIGRO SACER
  5. QUEEN OF THE STORMS
  6. WITCHES WOODS (L'INQUISIZIONE A TRIORA)
  7. RINGWRAITHS
  8. WOOD'S SPIRIT
  9. NEBBIA
  10. HEATHEN BLOOD
  11. IL CANTO DEI MILLE FUOCHI

Line up

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Sono sempre molto interessanti questi split orditi da semisconosciute etichette italiane, che passano continuamente al setaccio la nostra penisola alla ricerca di validi gruppi black/folk/pagan nascosti nell'underground. E' la volta della Militia Templi Records, che raccoglie in un unico album tre tra le entità più interessanti che abbia ascoltati negli ultimi tempi. L'Ordre Du Temple, ennesimo progetto di Count David (già attivo con Dolcinian, Eneth e Fourth Monarchy), propone un black metal molto epico, dedicato a tre personaggi accomunati dalla persecuzione subita da parte della Santa Inquisizione. Le quattro composizioni risultano impreziosite dai numerosi cori che donano un'aura quasi mistica, sicuramente azzeccata alle tematiche da eresia trattate, e dalle parti folkeggianti con inserti di rumori di vita quotidiana che riescono a riportarci indietro nel tempo, come se ci trovassimo in un borgo medievale. Una proposta sicuramente riuscita! Si continua con i lombardi Ringwraith, solo project di Lord Cabal (recentemente messo sotto contratto da una label americana con i suoi Doominhated) che accantona momentaneamente le atmosfere alla Tolkien per far muovere il suo black altamente sinfonico e atmosferico su coordinate più congeniali al contesto. Qualche riferimento agli Emperor (come l'inizio di "Witches Wood", debitore nei confronti di "I Am The Black Wizards") risulta stemperato dall'ottima capacità di Lord Cabal nel controllare i particolari più significativi, come le melodie delle tastiere o alcuni evocativi interventi di voce femminile, da brividi! Chiudono l'opera i piemontesi Teuta, altro progetto solista di Lunaris (degli Opera IX) che per l'occasione si avvale dell'aiuto dei tre musicisti dei The True Endless, per portare a compimento il suo pagan black sicuramente più oscuro ed estremo delle altre due proposte. Ci troviamo al cospetto di alcuni pezzi veramente riusciti, come la fantastica "Nebbia" - cantata in italiano - o "Heathen Blood", che ritengo personalmente essere l'episodio più riuscito dell'intero split grazie al suo andamento battagliero che non farà certamente prigionieri. Si tratta di tre band che si muovono all'incirca sullo stesso livello (forse leggermente superiori sono i Teuta) e che meritano di potersi esprimere anche su minutaggi più sostenuti, con la stessa cura che da sempre contraddistingue la nostra scena estrema.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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