Copertina 9

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:53 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SPARE THIS LIFE
  2. THE STORM
  3. MANSION IN SORROW
  4. MRIAM
  5. LITTLE ONE
  6. SLIPPERY STAIRS
  7. THE CRYPT
  8. BROKEN GLASS
  9. MORE THAN PAIN
  10. THE WEELCHAIR
  11. SPIRITS
  12. MOMMY
  13. SORRY DEAR

Line up

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Ecco qui il disco che aspettavo da mesi!! Il Re è tornato...e lo fa alla grande, proponendo il seguito di uno dei concept albums più affascinanti e "oscuri" della sua carriera, ovvero quell'"Abigail", che nel 1987 era stato un vero e proprio capolavoro! Essendo il seguito di tale capolavoro, questo "Abigail II" rischia di caricarsi di un compito troppo difficile e quasi impossibile da portare a termine...King ha fatto più che bene a rischiare, proponendo nel 2002, un disco immenso, capace di rinnovare ancora una volta il suo stile unico e inimitabile...uno stile fatto di composizioni geniali e coinvolgenti; uno stile marchiato a fuoco dall'incredibile modo di cantare del singer danese. Ciò che abbiamo davanti, a livello musicale, non è solo il seguito del penultimo "House of God", ma è un incredibile miscela a metà strada tra le cose più recenti dell'artista, e le cose più complesse dei primi tempi alla "Abigail" o alla "Conspiracy". Melodia, riff pesantissimi, tastiere inquietanti, un lavoro di voce veramente sopra le righe...c'è tutto insomma; e tutto questo si lega alla perfezione con degli arrangiamenti squisiti, fatti di chitarre che si inseguono, soli splendidi (e questo grazie, oltre a Andy LaRocqe, al grandissimo Mike Wead, già chitarrista di Memento Mori e Mercyful Fate) e di effetti come specchi che si rompono, violoncelli che sprigionano note inquietanti, risate e pianti di "Little One" (la bamina/fantasma della storia, impersonata da una bambina di 6 anni...davvero da pelle d'oca!!). Ogni disco di King Diamond è stato per me una sorpresa, un qualcosa di unico, di splendido...questo grazie all'immensa palpabilità delle atmosfere e delle emozioni che il binomio musica/conecpt hanno sempre lasciato trasparire con incredibile facilità. E questo succede anche con "Abigail II". Non mi dilungo a raccontare il concept...nn vorrei rovinarvi la sorpresa...dico solo che anche questa volta, King ha colpito nel segno, regalandoci un ottimo seguito alla storia originale, che si lega alla musica come fosse una sorta di rappresentazione teatrale. Il sipario si alza con "Spare this Life", un intro dove King recita con una voce da paura, sopra a un costante rumore di pioggia scrosciante e tuoni agghiaccianti!! Davvero da brividi! Ed ecco l'impatto inziale con la veloce e diretta "The Storm" preceduta dal suddetto effetto temporalesco! Il riff inziale mi riporta in mente i tempi di "Them" e "Conspiracy" e così molti altri riff presenti nel disco come in "Slippery Stairs", "Broken Glass", "The Weelchair". King da prova di essere un artista immenso, capace di cambiare registro vocale dalle cose più basse e oscure a parti altissime rigorosamente in falsetto, ad altre molto più teatrali e impegnative!! Anche l'inizio di "Mansion in Sorrow" mi riporta in mente gli album degli anni '80, con un riff veloce e incredibilmente trascinante. Grande il ritornello di questa song, che non riesco tutt'ora a farmi uscire dalla testa ("Mansion in Sorrow..Mansion in the dark...Maybe Tomorrow..The Devil's Mark"!!!!)! :) Un effetto da brivido, ci introduce a "Miriam" canzone più vicina al materiale di "House of God" e "Voodoo"..infatti sembra di sentire l'inizio di "Black Devil", con inserti alla "Voodoo" per l'appunto. Grandissima anche questa song, melodica e violenta allo stesso tempo! Anche qui la vena teatrale di King si fa sentire...incredibile la voce del Re quando recita "what a shame" e davvero da brividi la parte dove recita con la sua voce naturale ("...to a smaller cabinet..") e la song erompe di nuovo col suo riff incessante e da headbanging puro! In quest'ultima song si sente anche qualche sporadica occhiatina ai Mercyful Fate più veloci (Da notatre anche un lieve riferimento a "The Graveyard"..."you can even call me Lucy..."). Ed ecco una delle song migliori del disco: "Little One". Riff di chitarra incredibili accompagnano una voce ispiratissima! Da notare gli incredibili soli di Mike Wead...!!! Bellissima! Ottima anche "Slippery Stairs" con un riff assolutamente vicino ai tempi di "Them" (e un pianto di donna finale, davvero da paura!!). Si passa poi alla più "moderna" "The Crypt" (moderna perchè vicina al materiale di "House of God", per la precisione molto simile a "Follow the Wolf") per poi arrivare all'immensa "Broken Glass". Melodica, inquitante...davvero un gioello! "More than Pain" è una sorta di inframezzo ma comunque suonato con tutti gli strumenti e un King pazzesco, alle prese con la sua risata incredibilmente cattiva!! Grandissimo! Si passa poi alla parte finale disco con altre tre song da paura e un outro dove si può notare la bravura di Alysa Biesenberger, la bambina ospite di 6 anni. "The Weelchair" è una canzone complessa ma molto melodica e trascinante che porta alle ultime due songs, molto più oscure e pesanti, ovvero "Spirits" e "Mommy". "Spirits" (un'altra delle songs migliori del disco!) è una canzone molto vicina alle cose più melodiche di "Conspiracy" e "The Eye", mentre "Mommy" è una song pesante e vicina a cose tipo "Catacomb" di "House of God".
In definitva un disco incredibile, per un artista che conferma sempre di essere tra le migliori realtà musicali di sempre! Da comprare a occhi chiusi e senza esitazione!!!



P.s. Vorrei far notare una cosa molto importante per quanto riguarda l'uscita di questo "Abigail II", anzi direi quanto meno compromettente per un'attenta e ragionata valutazione del materiale. La casa discografica (eh si..la monolitica Metal Blade) ha pensato bene di distribuire un promo fatto di "edit" versions...cioè un promo composto da canzoni tutte della durata di un minuto e mezzo circa (fatta eccezione per l'intro e per un altro paio di canzoni intere). Naturalmente, ho voluto evitare di dare un bel SV alla fine di questa pagina, per l'immenso rispetto che provo per l'artista danese...così ho aspettato l'uscita del disco, l'ho acquistato e ho scritto questa recensione. Non avrei dovuto farlo, essendo stato, promo in mano, privo di qualsiasi indizio per poter dare una valutazione totalmente obiettiva al disco. Si sa, la musica di King Diamond non è poi così semplice da poter essere racchiusa in un solo minuto e mezzo!! Nelle songs sono presenti molteplici cambi di umore e di direzione...lasciare un solo minuto e mezzo è una bella presa in giro sia per King, sia per chi il disco lo deve recensire. Spero che la Metal Blade (e così altre labels come la "furba" Nuclear Blast), smettano di distribuire questi promo fatti a metà...ho capito che vogliono combattere la pirateria, ma così lo fanno a spese degli artisti che si vedono recensire un disco per l'appunto per metà!!! Mah....
Recensione a cura di Davide 'Damnagoras' Moras

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