Copertina SV

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:1988
Durata:42 min.
Etichetta:Aquarius

Tracklist

  1. SWEET DREAMS
  2. THE TROUBLE IS
  3. LAND OF THE BRAVE
  4. BACK OFF
  5. PREPARE TO DIE
  6. CAUGHT IN THE ACT
  7. UNTIL DEATH DO US PART
  8. THE THREAT
  9. LIFE ON THE SHARP EDGE
  10. STATE OF SHOCK

Line up

  • Rick Hughes: vocals
  • Dan Hughes: drums
  • Mike Larock: bass
  • Mike Plant: guitars

Voto medio utenti

In quasi vent’anni dedicati all’ascolto dell’heavy metal mai mi era capitato di ascoltare un album dai suoni così potenti e rutilanti come quelli contenuti in “Metalized”; ricordo ancora bene quando un pomeriggio andando al mio negozio musicale di fiducia, vidi tra gli scaffali la seconda release degli Sword “Sweet Dreams” e vedendo la truce copertina esclamai tra me: “Non si sono venduti!” (death to the false metal…).
“Sweet Dreams” non risulta essere terremotate come il precedente lavoro, il budget messo a disposizione dei quattro canadesi è notevolmente superiore ed in effetti il suono risulta essere molto pulito ma pur sempre energico; la forza dirompente degli Sword non scende a compromessi, Rick Hughes, Dan Hughes, Mike Larock e Mike Plant si sono nuovamente immolati al sacro verbo del metal. L’urlo di Tarzan è nulla al confronto alle vocals di Rick Hughes, dotato di una potenza vocale fuori dal comune e capace di urla strazianti, il singer canadese deve faticare non poco a dominare il power metal scaturito dagli amplificatori, gli Sword sprigionano una tale violenza sonora da deviare il corso degli uragani tropicali. “Sweet Dreams” è una fucina di riffs metal, creatore di tanto ben di Dio è Mike Plant, inesauribile ed instancabile riffeur autore di una prova maiuscola, solo come i grandi chitarristi metal hanno saputo fare (Tony Iommi, Chirs Oliva e Dave Prichard); a batter duro tracciando il percorso ritmico ci pensa la coppia formata dal drummer Dan Hughes e dal bassista Mike Larock.
La cover di “Sweet Dreams” è tetra e glaciale, in grado di trasmettere angoscia e terrore, sintomi che verranno a galla presso gli sventurati ascoltatori che attratti dal perfido si lasceranno trascinare nel più profondo dei vulcani lavici, ove il Dio del Metallo ha creato la sua creatura più perfida e crudele, Sword! La title track ha un riff malefico, sulla scia dei doomsters gods Trouble, ideale benvenuto nel forno crematorio che in breve tempo diventerà la vostra cameretta ignari metal kids, la temperatura incomincia a farsi rovente, “The Trouble Is” sbandiera il potenziale ad alto voltaggio di cui sono capaci gli Sword; se avete mai pensato a quale potrebbe essere la colonna sonora dell’Inferno del divino poeta Dante, “Land Of The Brave” ha dei riffs circolari in grado di abbattere qualsiasi girone dantesco….”there’s no coming back, you will die!” Si incomincia a correre e sempre più in basso, il “south of heaven” di “Back Off” è ormai parte del vostro mondo, “Prepare To Die” è scuola per novelli chitarristi metal, track veloce e distruttrice vede Plant inventarsi una serie di riffs memorabili, il suono corposo della chitarra e la ritmica schiaccia sassi devasta qualsiasi cosa trovi sul suo cammino. A muso duro Rick Hughes e Mike Plant si sfidano in “Caught In The Act” per abbattere più muri possibili, il singer è in grado di frantumare qualsiasi ostacolo e l’axeman di porgere il fianco con una serie di riffs da urlo, “Until Death Do Us Part” è la cavalcata metal che accompagna i quattro cavalieri dell’Apocalisse prima di distruggere ogni forma di vita. Quasi stremato e senza più energie in corpo si giunge alla track “The Threat”, gli Sword in questo caso raccolgo il testimone lasciato dai Mercyful Fate, serie di cambi di tempo e riffs circolari che lasciano interdetti per tanta inventiva; non volete credere che gli Sword siano in grado di sbriciolare il cemento armato, affari vostri, ma state lontano dagli speaker del vostro stereo mentre il lettore del cd legge “Life On The Sharp Edge”.
I canadesi sono ben consci di cui sono capaci, non può essere casuale la disposizione della track list, perché il finale demolirà quel poco che è rimasto in piedi, schizzati veloci ed incazzati, in grado di creare uno shock permanente, “State Of Shock” suggella l’arrivo nelle profondità del vulcano chiamato Sword.
Recensione a cura di Mr. Biffi

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