Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:40 min.
Etichetta:Dark Essence Records

Tracklist

  1. INTRO
  2. 9:E CIRKELN
  3. EREMITEN
  4. ELDEN HAR VAKNAT
  5. ALFA OMEGA (FEAT. NATTEFROST)
  6. WOLFMAN
  7. NÄR ALLT FALLER /KAIKEN KAATUESSA (FEAT. SPELLGOTH)
  8. 213
  9. VÅR TID ÄR NU (FEAT. NATTFURSTH)
  10. OUTRO

Line up

  • Pehr Skjoldhammer: vocals, guitar
  • Fredrik Sööberg: guitar
  • Niklas Åström: drums
  • Jimmy Wiberg: bass
  • Stefan Eriksson: keyboards

Voto medio utenti

Tempo di cifre tonde e di bilanci per gli Afahanne, che a dieci anni di distanza dal debutAlfapocalypse” immettono sul mercato il loro quinto full length.
Vår tid är nu”, parlando di bilanci, si pone a mio avviso come istantanea fedele della compagine svedese: valida, dotata di un sound interessante e zeppo di personalità, ma sinora incapace di compiere un salto di qualità che, giunti a questo punto, dubito arriverà mai.

Proprio come in occasione delle precedenti release, infatti, assistiamo ad una gara sin troppo equilibrata che vede contrapposti aspetti positivi e difetti; anche stavolta hanno tagliato il traguardo gli aspetti positivi, tallonati però da difetti che non accennano a rallentare né, tantomeno, a scomparire.

Soffermandosi sui primi, citerei senz’altro la miscela musicale che i Nostri sono stati in grado di creare: una miscela composta da instabili schegge di black metal, punk e dark wave anni ‘80, ormai ben nota, ma sempre efficace e ficcante.
A questo giro, volendo esser pignoli, la ricetta prevede un pizzico di black in più -come testimoniato anche dai guest presenti: Nattefrost (Carpathian Forest), Spellgoth (Horna), Nattfursth (Sorhin) e Doedsadmiral (Nordjevel)-, pur rimanendo ben distinguibili al palato i sentori nichilisti delle composizioni ed il gusto catchy delle decadenti melodie.

Talvolta, l’impura unione dei sapori sopra descritti genera bocconi prelibati: penso principalmente all'anthemica "Wolfman", oppure all'amarissima "Eremiten".
Talaltra, purtroppo, i retaggi punk conducono ad una forte staticità compositiva, soprattutto all’altezza di strofe spesso ripetute ad nauseam senza la benché minima variazione sul tema (si ascoltino ad esempio “Elden har vaknat” e "När allt faller /Kaiken Kaatuessa", tanto estreme quanto involute), ed una complessiva staticità della sezione ritmica, che troppo spesso limita il proprio apporto al minimo sindacale (“Alfa Omega” e "213" le prime a venirmi in mente).

Alti e bassi, come si scriveva in precedenza, ulteriormente sublimati da una doppietta intro / outro che definire superflua sarebbe eufemistico, e da una copertina a dir poco sciapa -d'altro canto il sottoscritto, per amor di verità, da sempre odia in modo viscerale le copertine con la foto della band o dell’artista di turno-.
Nel complesso, dunque, “Vår Tid är Nu” riesce a farsi apprezzare, pur lasciando gli Alfahanne impantanati in un limbo dal quale proprio non riescono ad emergere.

Personalmente continuerò a conceder loro una chance; va però da sé che, in un panorama discografico ricco e sovraffollato come quello odierno, non si possa contare su un numero infinito di prove d’appello.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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