Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:41 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. VISIONS
  2. CALL OF THE SIREN
  3. PATH OF PAIN
  4. THE CULT
  5. COUNT YOUR BREATHS
  6. ATONEMENT
  7. DELIVER US
  8. SYNTHETIC DREAMS
  9. MY WORLD DIES SCREAMING
  10. HELLFRAMES

Line up

  • Renato "Reno" Chiccoli: vocals, bass
  • Luca "Zeero" Zironi: guitars, backing vocals
  • Alessandro "Sanso" Sansone: guitars
  • Anthony "Vender" Dantone: drums

Voto medio utenti

Altro che fine dei giochi, i Game Over sono in azione ormai da quasi quindici anni e non sembrano proprio intenzionati a fermarsi e a rinunciare a quelle bordate di sano Thrash Metal che hanno rovesciato in ben cinque album, l'ultimo dei quali il qui presente "Hellframes", che rafforza la collaborazione con la Scarlet Records.

Registrato a Vicenza, presso i Raptor Recording Studio, "Hellframes" si giova anche di una copertina realizzata nuovamente da Mario López (ha lavorato, tra i tanti, per Toxik, Them, Evil Invaders e Heavy Load), che credo abbia saputo cogliere l'essenza del titolo e della titletrack. Canzone che comunque incontreremo solo in chiusura dell'album, visto che si apre invece con l'intro "Visions", breve strumentale dominato da un suggestivo pianoforte, che temo abbia rischiato di essere frantumato dall'irruenza di "Call of the Siren", dove la formazione emiliana conferma la propria discendenza dal Thrash Metal statunitense, nel caso con qualche accostamento agli Anthrax, soprattutto per l'utilizzo dei cori. Meno esuberante e più ragionata la seguente "Path of Pain" dove si segnala l'ottimo lavoro di Luca Zironi e Alessandro Sansone ma anche le capacità interpretative di Renato Chiccoli. Devo ammettere di preferire proprio queste soluzioni più atmosferiche e comunque articolate, a quelle più frenetiche e schizzate di "The Cult", guardando poi con interesse anche a "Count Your Breaths", malinconica ed allo stesso tempo energica Thrash ballad, che riesce a passare, senza perdere colpi, da arpeggi di chitarra e passaggi più melodici a scatti improvvisi e nervosi, affrontati con sapienza e garbo, al pari della successiva "Atonement", un interessante brano strumentale in odor di Metallica, pur senza essere eccessivamente derivativo. A questo punto i Game Over si devono essere resi conto di aver alzato un po' il piede dall'acceleratore, e così danno gas, sprintando prima con "Deliver Us" e poi con "Synthetic Dreams" (dove pare di percepire qualche influenza Crossever, tra Attitude Adjustment e Crumbsuckers), sospinte entrambe dall'imperioso drumming imponente di Anthony Dantone, due brani diretti e frontali ma di certo non banali, piuttosto ricchi di spunti e soluzioni che danno prova delle loro qualità. Quelle che a mio parere si possono cogliere, e pure meglio, su quella "My World Dies Screaming" che si affianca alla già citata "Path of Pain" come uno degli episodi più rappresentativi del disco, anche per quel suo prendere toni nevermoriani, prima della già citata "Hellframes", che sfiora gli otto minuti di durata e ha il compito di chiudere l'album, guardando ancora alla California (direi dalle parti di casa Mustaine) e puntando un carico da novanta sull'anima più inquieta e creativa dei Game Over.

Visions
Hauntin’ You
Hauntin' From Underworld



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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