Copertina 7

Info

Anno di uscita:2023
Durata:48 min.
Etichetta:Rock Of Angels Records

Tracklist

  1. 2022 (INTRO)
  2. CHASING SHADOWS
  3. FANTASTIC
  4. LOVE IS NOT A GAME
  5. DEADLY SINS
  6. DAMNATION (INTRO)
  7. HELL INVADERS
  8. WHEEL OF FORTUNE
  9. HELL AWAITS
  10. DYSTOPIAN TIME
  11. THE HUNTER
  12. WASTED LIFE

Line up

  • Elkie Gee: vocals
  • Sorin Badin: guitar
  • Stef Binnig-Gollub: guitar
  • Richie Seibel: keyboards
  • Timo Michels: bass
  • Jay-G: drums
  • Todd Michael Hall: vocals on ‘Dystopian Time”

Voto medio utenti

Fondati nel 2019 a Stoccarda, i Front Row Warriors arrivano al debutto discografico per la Rock Of Angels Records con l’obiettivo di condurre il pubblico in un viaggio musicale attraverso l'hard-rock e l'heavy metal degli ultimi trent’anni, e a conferma di tale intento “Wheel of fortune” ostenta un valente sfruttamento dei dogmi della rinomata scuola siderurgica teutonica, mescolanti piuttosto bene con certe accattivanti cromature soniche di tradizione statunitense.
Un suono al tempo stesso tagliente e seducente, insomma, alimentato da due chitarre affilate, dalle puntuali colorazioni di una tastiera, da una solida sezione ritmica e da una voce stentorea, ricca di notevoli dosi di vitalità e di espressività.
La presenza di Elkie Gee alla gestione microfonica e l’estrazione stilistico / geografica del gruppo finiscono inevitabilmente per evocare i nomi di Warlock, Zed Yago e Laos come plausibili pietre di paragone da fornire al lettore, al quale però ritengo opportuno segnalare anche il contributo al programma di fugaci reminiscenze Queensryche-iane, come accade nella suggestiva power-balladWasted life” o in “Dystopian time”, cantata in duetto con l’ospite Todd Michael Hall (J. Starr's Burning Starr, Riot V).
Il resto è una godibile raccolta di frammenti sonori edificati su adescanti melodie muscolari (“Chasing shadows”, l’anthemDeadly sins”, la title-track dell’opera) ed incisivi sconfinamenti in territori esplicitamente class-metal (“Fantastic”, la Lee Aaron-escaLove is not a game”), a cui si aggiunge qualche momento leggermente meno efficace dal punto di vista compositivo (“Hell invaders”, “Hell awaits”, “The hunter”), pur rimanendo salda l’energia e la grinta di una band da premiare per i risultati attuali e da seguire con attenzione nei suoi futuri passi artistici.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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