Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:42 min.
Etichetta:El Puerto Records
Distribuzione:Kontor New Media / Edel

Tracklist

  1. FOR THE LOVE OF BLUES
  2. CITY OF GOLD
  3. LONG TIME GONE
  4. BETWEEN THE LINES
  5. IO SENZA TE
  6. FALLING IN LOVE
  7. SING THE BLUES
  8. THE KEEPER
  9. CC SONG
  10. SOUND OF HOPE

Line up

  • Gianni Pontillo: vocals
  • Mark Elliott: guitars
  • Reto Wild: drums
  • Alain Schwaller: bass
  • Chris Iakab: guitars
  • Derek Sherinian: guest on keyboards

Voto medio utenti

A volte succede - anzi diciamo pure abbastanza spesso - ed è anche per questo motivo che nonostante gli impegni quotidiani sempre più pressanti e le inevitabili difficoltà varie della vita “reale”, adoro dedicare il mio “tempo di qualità” a scrivere di musica.
Senza troppe aspettative, pochi segni premonitori e scarsa pubblicità, grazie a questo “lavoro” di scribacchino, arriva ad essere sottoposto alla mia attenzione un disco che mi ha davvero colpito in maniera favorevole, ed in un settore stilistico affollato e competitivo come quello dell’hard-rock blues.
Gli autori dell’opera in questione, intitolata (non a caso) “For the love of blues” si chiamano (non a caso) Pontillo and the Vintage Crew e sebbene avessi già apprezzato le doti vocali del loro leader, non immaginavo davvero di trovarmi di fronte ad un album di così pregevole fattura, capace di dispensare sentimento, calore e tensione attingendo a piene mani dalla tradizione, filtrandola attraverso un setaccio di valori tecnico / compositivi piuttosto rilevanti.
Chi ha conosciuto Gianni Pontillo per le performance con Pure Inc. e Victory, qui lo ritroverà in splendida forma e agli altri rockofili, a patto che amino i timbri granulosi e pastosi, consiglio di concedere una possibilità a questo eccellente interprete della fonazione modulata.
Il resto lo fa una formazione solida e affiatata, che muovendosi sulle medesime coordinate sonore di Black Country Communion, Whitesnake e Badlands, esplora con innata disinvoltura soluzioni espressive molto collaudate riuscendo nell’intento di stimolare la produzione della benefica scossa emozionale.
Difficile, infatti, se vi piacciono questi suoni, non vedere attivati i gangli dell’emozione per il groove denso della title-track, per il vibrante mid-tempo (una sorta di fusione tra Roxette, Led Zeppelin e Whitesnake!) “City of gold” o ancora per la ballatonaLong time gone” e lo slow sinfonico “Between the lines”, due momenti malinconici e struggenti, corredati da quel pizzico di “modernità” che li rende adatti pure alla radiofonia contemporanea.
A questo punto Pontillo decide di celebrare le sue origini ed ecco che “Io senza te” dimostra ancora una volta che il rock può “funzionare” egregiamente anche utilizzando l’idioma italico, mentre “Falling in love” e “Sing the blues” (Deep Purple meets Aerosmith) sono altri roventi bluesacci ad alto voltaggio, ottimamente sviluppati da tutta la band.
Dopo la buona “The keeper” è tempo della sentita dedica piano e voce per l’indimenticato Chris Cornell denominata “CC song” e per una melodrammatica “Sound of hope” che si spinge, tra folk, soul e blues, ad evocare addirittura certe cose degli U2.
Insomma, “For the love of blues”, non farà cambiare idea agli irriducibili, sia che si tratti di “modernisti” (alla ricerca parossistica dell’originalità tout court) o “tradizionalisti” (che considerano ogni seguace dei Maestri una loro “brutta copia”) e ciononostante appare una sostanziosa opportunità di soddisfazione uditiva per tutti gli altri estimatori del genere.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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