Absolon - A Portrait of Madness (Reissue)

Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2023
Durata:48 min.
Etichetta:Sliptrick Records, Roxx Records/No Life Til Metal Records

Tracklist

  1. INTO THE DARKNESS
  2. THIS IS MY DREAM
  3. BREATHE AGAIN
  4. 1916
  5. THE DEMON WALTZ
  6. LET ME BE
  7. DRIVE YOU OUT
  8. THE MEN IN BLACK ROBES
  9. BLINDED BY LIES
  10. IT IS DONE
  11. INTO MY HELL YOU’RE CAST
  12. FOREVER ONE
  13. OUT OF THE DARKNESS
  14. RANDOLPH’S STORY

Line up

  • Ken Pike: vocals
  • Marc Vanderberg: guest on guitars, bass
  • Ryo Pike: guest on keyboards, piano

Voto medio utenti

Dopo un primo album, uscito una decina di anni fa, tornano con un nuovo full length gli statunitensi Absolon, o meglio "torna" - al singolare - in quanto della formazione che incise "Darkness Rising: A Tale of Derek Blackheart" è rimasto il solo Ken Pike.
Infatti, "A Portrait Of Madness" è quasi tutta farina di Pike, che si fa supportare dal chitarrista tedesco (anche al basso) Marc Vanderberg e alle tastiere ed al piano dalla moglie Ryo, e dopo essere uscito già sul finire del 2022 in formato digitale per la Dead Alien Productions nei primi mesi 2023 ci viene riproposto prima da Sliptrick Records (sempre in digitale) e poi da Roxx Records/No Life Til Metal Records (finalmente su CD).

Non ci sono stati solo tanti anni di attesa, ma è evidente come ci sia anche un gran lavoro dietro " A Portrait Of Madness", un concept album incentrato sui dolori del giovane Randolph Bathery, un reduce della Prima Guerra Mondiale che tornato a Londra non solo soffre di quello che oggi verrebbe definito disturbo da stress post-traumatico, ma deve lottare contro una possessione demoniaca.

Una storia piuttosto fosca e intricata che Pike riporta a livello musicale, alternando ai brani diversi interludi strumentali e narrati, e dove, anche per una certa assonanza tra la sua voce e quella di Geoff Tate è evidente che questa operazione sia parecchio in debito con "Operation: Mindcrime", come è evidente già dai primi passaggi di "This Is My Dream" e poi di "Blinded By Lies" e "Into My Hell Your Cast", episodi caratterizzati dalla voce bassa e profonda di Pike. Ma oltre ai Queensryche c'è anche molto dei Savatage su "A Portrait Of Madness", dove tuttavia manca qualche sussulto, visto che il pur valido guitarwork di Vanderberg, ad esempio quello su "Forever One", non è sufficiente a dare uno scossone allo svolgimento lento, oscuro e cupo che caratterizza "A Portrait Of Madness".

Credo che questa uniformità sia da attribuire più alla necessità di raccontare la storia di Randolph Bathery che a lacune compositive anche se, ad esempio, un brano come "1916" che riporta il protagonista sui campi di battaglia della WWI avrebbe meritato maggior incisività e, perché, no cattiveria, quella che in parte trasmettono "Let Me Be" (più che altro a livello ritmico) e "The Men in Black Robes" con quel suo ruvido approccio hardeggiante.

Il ritorno degli Absolon si rivela quantomeno discreto, e pur senza eccellere non merita di essere ignorato. Tutt'altro.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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