Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2023
Durata:45 min.
Etichetta:Fighter Records

Tracklist

  1. FIGHTERS
  2. BUT NOT ME
  3. FAKE
  4. EVIL TRAIL
  5. ALWAYS
  6. THE FAREWELL SONG
  7. THE POWER OF MUSIC
  8. I DON’T CARE
  9. WAR
  10. I WANNA GO OUT
  11. DESERT SONG (MSG COVER)

Line up

  • Jaume Vilanova: vocals
  • Vicente Payà: guitars
  • Vicky Offidani: bass
  • Jordi Segura: drums
  • Dan Garcia: guitars

Voto medio utenti

La copertina di "Back to the Beginning" è ingannevole: niente Power Metal a sfondo Fantasy ma solo tanto Hard & Heavy old school, musicalmente e nell'approccio lirico, come evidenziato già dallo stesso titolo dell'album e poi da quello di brani come "Fighters" ("Fighters of Metal We'll Never Fall... "), "The Power of Music" o "I Don't Care".

Pur essendo di recente formazione (sono nati a Palma di Maiorca alla fine del 2020), i Sons of Cult non sono più dei ragazzini, e il culto cui sono adepti guarda alla storia del genere, quando erano gruppi come Black Sabbath, Saxon, Judas Priest, AC/DC e Iron Maiden a dominare la scena.

Che dite, lo fanno ancora oggi? Vero, ma un motivo ci sarà ed è già stato oggetto di svariate discussioni e considerazioni.

Tornando però ai Sons of Cult, l'avvio non è dei migliori, "Fighter" è un'opener anthemica ma sempliciotta e senza troppo mordente, e la seguente "But Not Me" che si incanala sulla stessa lunghezza d'onda viene salvata in corner dagli spunti dei due chitarristi, Vicente Payà e Dan Garcia. Da parte sua, il cantante Jaume Vilanova mostra un approccio che può ricordare lo stile Ozzy Osbourne, ma il passo sommesso che i Sons of Cult mantengono sulla maggior parte delle canzoni e una eccessiva monotonia, non aiutano a entrare velocemente nel mood dell'album e serve qualche ascolto in più, soprattutto di episodi come "Evil Trail" o "I Wanna Go Out" dove finalmente li vediamo spingere maggiormente sull'acceleratore, perlomeno nelle trame musicali, visto che le linee vocali mantengono quel passo lento e costante che evidentemente è una loro peculiarità, e riscuotono i riscontri migliori con "The Farewell Song", sia per il bel gusto melodico messo in mostra sia per la piacevole conferma a livello di guitarwork.

I Sons of Cult sembrano timorosi e voler osare poco, e solo nella conclusiva bonus track, una cover di "Desert Song", si rendono la vita difficile andando a confrontarsi con una coppia di fuoriclasse come quella formata da Michael Schenker e Graham Bonnet, riuscendo anche a non uscirne con le ossa rotte, con una rilettura solida e piuttosto fedele all'originale.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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