Copertina 7

Info

Anno di uscita:2022
Durata:41 min.
Etichetta:Orzorock Music

Tracklist

  1. COBRACADABRA
  2. GIVE ME YOUR BLOOD
  3. PORK CHOP EXPRESS
  4. ECHOESTORM
  5. RUST IN MUD
  6. MAGURA GOOSE
  7. SKULL RIVER
  8. BLACK IVY GHOST

Line up

  • Martin: vocals, guitar
  • Pixo: bass
  • Steva: drums

Voto medio utenti

I liguri SupaSonic Fuzz hanno alle spalle un primo album "Without.." uscito nel 2017, adesso pubblicano il secondo capitolo "Cobracadabra". Psico-heavy-stoner a manetta, basato su energia e granulosità da rockers duri e puri. Un sound turgido, carico di pulsioni hard ed echi Kyussiani, di aggressività fiammeggiante e psichedelia a trama spessa. Una serie di brani intensi, entro i quali coesistono sciabolate di ruvido stoner e momenti più liquidi e hypno-desertici. Un pizzico di Dozer ed un pizzico di Earthless, tanto per fare un paio di nomi che accosterei alla formazione italiana.
Nel disco troviamo episodi da sbattimento totale, come il blueseggiante e nervoso strumentale "Pork chop express" (una sorta di Fatso Jetson più tirati e nevrotici) o la rovinosa e Motorheadiana "Rust in mud" sparata in faccia con attitudine quasi punk e bombastica come una scossa di terremoto. Anche "Give me your blood" è un pezzo pulsionale e cattivo, maggiormente orientato verso il versante hard rock. Riffone da headbangin', ritmica martellante, acid-fuzz e vocals cazzute da party alcolico, classico episodio da battaglia fatto con passione e la giusta grinta da fuorilegge underground.
Poi ci sono le tracce più articolate e contaminate da massicce dosi di psichedelia dura: ad esempio "Echoestorm" è un percorso molto vicino a quelli dei Kyuss, dove l'intensità ritmica ed il groove stoner vengono diluiti da incursioni nella psichedelia stordente, mentre "Magura goose" è un carico slabbrato di rock pesante e distorto immerso nell'acido Hawkwindiano con l'urgenza dei tempi moderni. Supergroove stoner per la title-track, fresca rivisitazione dell'energia Fu Manchu con caratteristiche convulse da gara motoristica clandestina, invece la lunga "Black ivy ghost" è il classico trip lisergico da dune desertiche che si dipana tra spirali jammistiche e fumi psicoattivi. Notevole l'apporto di Martin, sia a livello vocale (pulito e graffiante da rocker consumato) che per le digressioni solistiche ed il rifferama incalzante e roccioso.

Certamente la band non inventa nulla, inserendosi comodamente nel classico tracciato del genere. Però il tiro e la grinta sono lodevoli, la robustezza epidermica del sound risulta costante ed è presente un certo retrogusto selvaggio ed istintivo che si contrappone a qualche eco di prevedibilità. I SupaSonic Fuzz si dimostrano efficaci esecutori, onesti e appassionati (come quasi tutti i gruppi italiani di questo settore) e pur senza produrre intuizioni particolarmente sorprendenti meritano di guadagnarsi la fiducia dei fans stoner-psych. Buon disco, per un trio di connazionali che invito a sostenere nel loro percorso musicale.

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.